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15 Dicembre 2022

Schroders: la Cina tornerà a brillare con l'allentamento della politica zero-Covid?

di Schroders

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Outlook economia cinese

A cura di David Rees, Senior Emerging Markets Economist

Continuiamo ad aspettarci una ripresa dell’economia cinese nel 2023. Certo, le prospettive per le esportazioni, che sono state il principale motore della crescita negli ultimi due anni, sono complesse e potrebbero subire una contrazione l’anno prossimo, a causa della recessione che interesserà molte economie dei mercati sviluppati. Ciò fa ricadere sulla domanda interna l’onere di guidare l'eventuale ripresa, e in questo ambito sussistono ancora delle vulnerabilità: la combinazione tra la politica “zero-Covid” e il crollo dell’attività nel settore immobiliare hanno pesato sulla produzione interna e colpito duramente la fiducia dei consumatori.

Tuttavia, ci sono ragioni per pensare che ci sarà un miglioramento. La spesa per le infrastrutture è stata sostenuta nel 2022 e dovrebbe continuare a supportare la crescita. Nel frattempo, gli indicatori dell’edilizia abitativa potrebbero aver toccato il punto minimo e quindi registrare una ripresa nel 2023. Il settore dei servizi beneficerebbe chiaramente di qualsiasi allentamento delle restrizioni Covid che potrebbe emergere nel corso dell’anno. Ciò contribuirebbe a innescare la ripresa ciclica che gli indicatori suggeriscono da tempo.

Il risultato è che il nostro scenario di base rimane quello di una ripresa della crescita del PIL, dal 3% previsto per il 2022 a circa il 5% nel 2023. Si tratterebbe di un risultato leggermente migliore di quello generalmente atteso, visto il calo delle aspettative. Il problema per i mercati è che, dopo il Congresso nazionale di ottobre, è stata la politica a guidare il sentiment, piuttosto che l’economia. Anche se ci aspettiamo una ripresa ciclica dell’economia nel breve periodo, le prospettive a lungo termine restano complesse.

Outlook azionario cinese

A cura di Louisa Lo, Deputy Head Asia ex Japan Equities

I mercati azionari cinesi continueranno a essere influenzati dal contesto macroeconomico globale, in particolare dall’entità dei futuri rialzi dei tassi e dall’eventualità che USA e UE mettano in atto un atterraggio morbido o duro in termini di rallentamento economico. Un picco nel ciclo dei tassi d’interesse statunitensi potrebbe far calare il dollaro, favorendo la liquidità nelle economie dei mercati emergenti.

Gli sviluppi recenti suggeriscono un graduale allontanamento dalla politica “zero-Covid”. Sebbene sia improbabile una riapertura totale, ci aspettiamo un’attuazione più pragmatica delle politiche legate alla pandemia nel 2023.

Inoltre, di recente il governo è diventato più favorevole al settore immobiliare, varando a novembre 2022 una serie di misure per incentivare il finanziamento dei costruttori. Queste misure dovrebbero contribuire ad arginare la spirale di sentiment negativo e potrebbero segnalare che il peggio è passato. Tuttavia, è probabile che ci vorrà ancora del tempo prima che il settore si riprenda completamente, dato il contesto economico più debole.

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina e la geopolitica continueranno con ogni probabilità a guidare la volatilità dei mercati azionari cinesi. Inoltre, a nostro avviso, la sicurezza e l’autosufficienza della catena di approvvigionamento rimarranno una priorità fondamentale per il governo anche in futuro. Ci aspettiamo quindi un’accelerazione degli investimenti in aree di importanza strategica come la tecnologia, il settore militare e l’indipendenza della catena di approvvigionamento. Prevediamo inoltre che le tendenze alla de-globalizzazione continueranno.

I mercati potrebbero rimbalzare bruscamente se continuassero a intravedersi segnali di riapertura dell’economia e/o un graduale allontanamento dalla politica “zero-Covid” o ulteriori sforzi per sostenere il mercato immobiliare. Detto questo, l’aumento dell’incertezza degli investitori sull’esecuzione delle politiche e sulla posizione del governo nei confronti delle imprese private e dei rendimenti degli azionisti potrebbe rappresentare un vento contrario più forte per i mercati azionari cinesi nel medio termine. Per questo privilegiamo i settori che vanno di pari passo con le priorità politiche, come alcuni nomi dell’informatica e le società di energia rinnovabile (solare ed eolica) e di macchinari per l’edilizia. Anche il settore sanitario sta diventando più interessante dopo le significative correzioni dell’ultimo anno.

Outlook debito cinese

A cura di Julia Ho, Head of Asian Macro and Asian Bonds

La sovraperformance delle obbligazioni cinesi onshore registrata quest’anno, così come durante la pandemia di marzo 2020 e nel 2021, dimostra la resilienza e i vantaggi di diversificazione di questa asset class. Infatti, gli investitori internazionali la percepiscono sempre più come un “bene rifugio”. In vista del 2023, le prospettive per le obbligazioni cinesi onshore appaiono positive, soprattutto se la forza del dollaro USA dovesse invertirsi.

Anche le prospettive a più lungo termine restano convincenti: il contesto di politica monetaria è favorevole, i mercati dei capitali cinesi stanno diventando sempre più accessibili e le obbligazioni cinesi sono sempre più incluse nei principali indici obbligazionari globali. Anche l’internazionalizzazione del renminbi è favorevole, così come la bassa volatilità e i vantaggi di diversificazione di questa classe d’investimento.

Sembra inoltre che le autorità si stiano preparando a una graduale riapertura dell’economia nel 2023, viste le recenti mosse per allentare la politica “zero-Covid”. Il conseguente miglioramento della mobilità all’interno della Cina dovrebbe aiutare la fiducia dei consumatori e delle imprese a risollevarsi dagli attuali livelli.

In termini di tassi d’interesse, riteniamo che i rendimenti dei titoli di Stato cinesi saranno probabilmente range-bound (ossia scambiati in un intervallo ristretto) e stabili entrando nel 2023, dato che la People’s Bank of China dovrebbe mantenere una politica monetaria accomodante.

A più lungo termine, riteniamo che la “prosperità comune”, le riforme normative, la riduzione della leva finanziaria in corso e l’invecchiamento della popolazione del Paese siano temi che favoriranno gli investimenti obbligazionari.

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi