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6 Febbraio 2015

In Borsa a Londra si va con il crowdfunding: una via anche per il real estate italiano?

di Cristina Giua

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Per le aziende in cerca finanziamenti l'equity crowdfunding è una delle grandi frontiere della raccolta di liquidità, che consente di intercettare risorse finanziarie dal pubblico, a fronte di quote azionarie.

Naturalmente la liquidità la si raccoglie online e ora lo si fa anche per quotarsi su una Borsa prestigiosa come quella di Londra.

A fare da apripista è un'azienda produttrice di vini - la Domain Chanzy - originaria della Borgogna, che ha deciso di sbarcare sul circuito Aim alla London Stock Exchange, scegliendo una via mai tentata prima ad ora per veicolare la propria offerta d’acquisto.

Accanto al collocamento classico, di cui si occuperà l'advisor WH Ireland, l'azienda francese ha deciso di lanciare una campagna parallela, utilizzando Seedrs, una delle più famose piattaforme inglesi di equity crowdfunding.

Le azioni - spiega Crowdfunding Buzz - potranno essere sottoscritte direttamente sulla piattaforma online (investimento minimo 10 sterline per 1,2 sterline ad azione).

L’obiettivo della raccolta è 1,9 milioni di sterline per il 19,66% del capitale dell'azienda.

Tempo concesso: 60 giorni.

Nei primi giorni sono già state rastrellate oltre 150mila sterline, con un investimento medio di circa 1.000 sterline a sottoscrittore.

Questo il meccanismo: la piattaforma Seedrs diventa formalmente l’unico azionista in rappresentanza dei sottoscrittori.

Una volta che la società sarà quotata, questi ultimi avranno piena disponibilità delle quote sottoscritte nel caso le vogliano vendere sul mercato borsistico. Basterà informare Seedrs che provvederà ad incaricare un broker per portare a termine la transazione.

Ancora poco conosciuto e praticato in Italia, il crowdfunding potrebbe essere la svolta per molti progetti e iniziative.

Per il momento questa strada piace alle start up tecnologiche, ma si stanno moltiplicano - e anche abbastanza in fretta - esempi di crowdfunding su altri fronti, ad esempio per finanziare interventi di recupero di edifici e di messa in sicurezza del territorio.

Non a caso si parla di mecenatismo diffuso.

É il caso del restauro del portico di San Luca a Bologna (la raccolta è stata chiamata Un passo per San Luca) o il restauro del battistero di Firenze (l'iniziativa si chiama Abbraccia il battistero).

In futuro lo stesso meccanismo lo si potrebbe allargare anche ad altri settori, come l'investimento in real estate: vediamo quale sarà la reazione dei piccoli risparmiatori, ma se ce la fa il vino francese, perché non deve riuscirci il mattone italiano?

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