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15 Maggio 2015

S&P: Italia promossa, ma indietro su bad bank e sofferenze bancarie‏

di E.B.

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Ripresa ben avviata per l’Italia nel 2015, con la crescita del Pil stimata a +0,4% e una previsione per il biennio 2016-2017 di una crescita media pari all’1%.

Queste le indicazioni dell’agenzia di rating americana Standard & Poor’s per il Paese, che però non sono bastate a modificare la valutazione di lungo periodo verso un miglioramento rispetto alla tripla B negativa (BBB-), cioè il livello più basso dell’investment grade confermato quindi anche per il 2015.

L’agenzia ha anche confermato il rating di breve periodo sull’Italia ad A-3.

Il giudizio sul Governo Renzi è positivo, anche se resta alta l’attenzione sui conti pubblici, perché S&P ritiene che la nuova legge elettorale insieme agli interventi sul mercato del lavoro e sulle banche popolari indichino la volontà dell’Esecutivo di realizzare le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno e che sono fondamentali per la tenuta del rating.

Dopo il declassamento del dicembre 2014, S&P ha assegnato ancora all’Italia un outlook stabile trovandosi quindi in linea con le altre agenzie di rating per quanto riguarda le previsioni future per il Paese – visto che anche Dbrs aveva migliorato il proprio outlook a marzo 2015. Una prospettiva di stabilità indicativa del termine della fase di discesa del merito creditizio iniziata con la crisi finanziaria del 2008.

Ma, secondo quanto afferma lo stategist di Citi Alessandro Tentori: “La crescita italiana rimane debole, rispetto ad esempio alla Spagna. Inoltre l’Italia è più indietro su temi come la bad bank o le sofferenze bancarie: sono tutti elementi su cui mercato e istituzioni continuano a farsi domande”.

In effetti il nostro Paese non ha ancora trovato una soluzione definitiva al problema dei crediti deteriorati, ma è ormai da diverso tempo che le Istituzioni e il Governo stanno lavorando all’ipotesi bad bank tanto che lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva sottolineato che tra le misure allo studio dell’Esecutivo su questi temi era in atto una discussione con Bruxellesdefinita come confronto costruttivo dalla stessa Unione europea – e su cui si erano iniziati a vedere i primi risultati secondo i dati riportati dalla Banca D’Italia a fine marzo 2015.

Si attende la valutazione di Moody’s prevista per il 12 giugno 2015, che per il Paese è ancora Baa2 di poco superiore rispetto a quella di S&P (la più negativa), e che potrebbe arrivare ai livelli di Fitch (BBB+) o addirittura a quella migliore di Dbrs (A low).

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