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4 Maggio 2020

Salini Impregilo: ok da assemblea, ora è WeBuild

di G.I.

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Cambio di nome ufficiale per Salini Impregilo, che ora è diventato WeBuild, con l'approvazione dell'assemblea straordinaria degli azionisti. Ciò dopo che la contestuale assemblea ordinaria ha confermato la nomina dei consiglieri Donato Iacovone con funzioni di presidente, Francesca Balzani, Pierpaolo Di Stefano, Giuseppe Marazzita e Marina Natale, in base agli impegni presi nel 2019 con l'accordo fondativo di Progetto Italia con Cdp, intervenuta attraverso Cdp Equity. 

I cinque consiglieri confermati erano stati cooptati il 6 dicembre 2019, come il resto del Consiglio, che si è riunito al termine e ha confermato gli incarichi. L'assemblea ha inoltre approvato il bilancio 2019 di Salini Impregilo, chiuso con 70.960.125,31 euro di utile e il dividendo di 0,030 euro per azione ordinaria e 0,26 euro per azione di risparmio, con stacco cedola il 18 maggio.

Nominato anche il nuovo collegio sindacale, con sindaci effettivi, Giacinto Gaetano Sarubbi, con funzione di presidente, Roberto Cassader e Paola Simonelli, primo e secondo candidato della lista congiunta dell'azionista di maggioranza Salini Costruttori e da Cdp Equity, e risultata prima per numero di voti (lista di maggioranza), quali sindaci supplenti, Chiara Segala (primo candidato della lista di maggioranza) e Stefania Mancino (primo candidato della lista di minoranza). Sì anche al "Piano di Performance Shares Salini Impregilo 2020 - 2022" e la delega al Cda per aumenti di capitale fino a un massimo di 20 milioni.

La nuova denominazione sociale Webuild ha comportato la modifica dell'articolo 1 dello Statuto. Webuild "evoca immediatamente - viene evidenziato dal gruppo - la chiarezza della visione dell'azienda, ancorata a un verbo forte ed immediato come "Build" per rappresentare il dna di chi costruisce infrastrutture da 114 anni, abbinato al "We" che esprime il ruolo fondamentale delle persone e della squadra, per la realizzazione di un business in cui sostenibilita' e sicurezza rappresentano elementi essenziali".

Intanto dall'Assemblea è emerso che Salini Impregilo ha opere bloccate per 5,6 miliardi. Si tratta della Iricav Due (ferrovia alta velocità Verona-Padova) per 4,2 miliardi di euro la statale 106 Jonica per 0,9 miliardi e il nodo ferroviario di Genova per 0,5 miliardi. Tra le opere sbloccate ci sono invece il primo lotto funzionale Iricav Due, Verona-Bivio Vicenza, per cui il 28 giugno 2019 il Mit ha completato le analisi costi-benefici e a dicembre 2019 sono state formalmente avviate le trattative col committente Rfi. Per la Jonica a marzo 2020 il committente Anas ha approvato il progetto esecutivo dell'intera tratta, con la consegna lavori stimata per per maggio. A un azionista che ha chiesto se il gruppo non sia"il più adatto per ottenere le concessioni di Atlantia" e quali siano le attuali possibilità di rilevarle, è stato risposto che il Cda "non ha esaminato alcun dossier in merito".

Il ritardo sui lavori della linea metro 4 di Milano è. invece, di 16 giorni, correlabile al fermo dal 22 marzo al 5 aprile, per ordinanza del presidente della Regione per l'emergenza coronavirus. Un ritardo che, in quanto "fatto terzo", darebbe diritto a un prolungamento dei tempi, ma per cui Salini Impregilo sta valutando un piano di recupero. Per i costi, riferiti soprattutto agli oneri sostenuti e da sostenere per le misure di contenimento previste dai protocolli sanitari, la valutazione sarà effettuata a cura del coordinatore della sicurezza.

Quanto invece al nuovo ponte di Genova l'avanzamento dei lavori è a circa l'80% e si prevede di aprirlo al traffico entro il 30 luglio, come da contratto. Le varianti richieste, con iter autorizzativo in fase di completamento, prevedono maggiori costi per 1,2 milioni. Tra le domande degli azionisti anche una a proposito dell'eventuale utilizzo di materiali scadenti per opere in corso o ultimate. "Nell'esercizio 2019 - si legge nella risposta - non risultano casi accertati di uso di materiali scadenti nei cantieri del gruppo" a conclusione di una spiegazione, in cui viene evidenziato che "l'organizzazione aziendale, attraverso il suo sistema di gestione per la qualità, assicura l'impiego di personale e subappaltatori qualificati, l'utilizzo delle attrezzature idonee e l'attuazione di tutte le azioni necessarie a intercettare eventuali anomalie, allo scopo di prevenire e ridurre i rischi di potenziali non conformità o inadeguatezza di manufatti e infrastrutture"

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