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10 Gennaio 2024

Nuveen, tassi: gli investitori si preparino a un plateau, non a un crollo

di Saira Malik, Chief Investment Officer di Nuveen

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Le montagne russe dei tassi non si sono ancora fermate. Negli ultimi due anni, i banchieri centrali impegnati nella lotta all'inflazione hanno agito per portare la traiettoria della politica monetaria verso nuovi livelli. Il risultato è stato una corsa sfrenata per i tassi di interesse e gli investitori. I forti rialzi dei tassi di interessi e i bruschi cali del rendimento dei Treasury USA a 10 anni sono stati sufficienti a generare nervosismo: da meno del 2% all'inizio del 2022 al 3,9% alla fine di quell'anno, a un picco di quasi il 5% lo scorso ottobre, fino a un crollo al 3,9% alla fine del 2023.

Tuttavia, mentre molti investitori accolgono con favore una tregua dai rialzi, a nostro avviso gli investitori più cauti devono considerare l'ipotesi che questa corsa dei tassi probabilmente proseguirà ancora per un po'. La scorsa settimana, ad esempio, i rendimenti hanno inaugurato il 2024 con un'impennata dai minimi recenti, dopo che la pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre della Fed, insieme ai dati sul mercato del lavoro USA, hanno messo in discussione la narrazione del mercato che l'allentamento della politica monetaria possa avvenire al più presto.

Un proposito per l'anno nuovo: temperare le grandi speranze per tassi più bassi. L'incertezza è spesso citata come il nemico numero uno dei mercati finanziari perché' porta a una maggiore volatilità. Se questo è vero, allora l'ampio rally dei mercati azionari e obbligazionari negli ultimi mesi del 2023 si spiega semplicemente con la maggiore fiducia degli investitori nel fatto che il picco dei tassi sia ormai alle spalle, una conclusione basata sulle interpretazioni dovish delle riunioni della Fed di novembre e dicembre. Ma i verbali della riunione di dicembre hanno rafforzato l'impegno della banca centrale a rimanere dipendente dai dati.

Questo lascia aperta la possibilità di mantenere i tassi al livello attuale, o addirittura di procedere a un ulteriore inasprimento, qualora i dati sull'inflazione lo richiedessero. In questo contesto, riteniamo che le aspettative dei mercati sui tassi di interesse siano troppo ottimistiche.

L'economia ha dimostrato una costante resistenza di fronte all'aumento dei tassi. Con un'inflazione ancora al di sopra dell'obiettivo del 2% dichiarato dalla Fed, non siamo convinti che sia imminente un significativo allentamento della politica monetaria. Riteniamo piuttosto che sia più probabile che la Fed rimanga ferma nel breve-medio termine per evitare il tipo di riaccelerazione dell'inflazione che si verificò negli anni '70, quando i tassi furono tagliati prematuramente.

Questo suggerisce che i tassi reali – cioè, i tassi d'interesse nominali meno il tasso d'inflazione – rimarranno stabili, in modo simile all'ipotetico percorso che riflette tagli di 75 punti base.

Gli investitori desiderosi di posizionare i loro portafogli per un'ondata di tagli dei tassi nel 2024 farebbero bene a cercare invece investimenti che possano beneficiare di un contesto di tassi stabili, anche se ancora elevati.

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