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27 Febbraio 2016

Italia, Confedilizia su rapporto Ue: basta intromissioni di Bruxelles

di red

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“La burocrazia europea non si smentisce. Bacchetta l'Italia perché, dopo aver quasi triplicato la tassazione sugli immobili, ha deciso di iniziare a dare ossigeno ad un settore massacrato dalle politiche dissennate suggerite dalla stessa Ue, che hanno messo in ginocchio l'economia intera. Sarebbe davvero ora che l'Europa la smettesse di intromettersi nelle scelte di politica fiscale dei singoli Stati”. Così Confedilizia ha commentato il giudizio della Commissione Ue sull’Italia.

Venerdì 26 febbraio 2016, a mercati chiusi, Bruxelles ha pubblicato la Relazione sugli squilibri macroeconomici in cui rende note le proprie riflessioni sul nostro Paese. "Data la sua centralità nella zona euro, l'Italia è fonte di potenziali ricadute sugli altri Stati membri, mentre la ripresa italiana risente a sua volta delle condizioni esterne. La ripresa modesta e le debolezze strutturali del Paese influiscono negativamente sulla ripresa e sul potenziale di crescita dell'Europa".

Nel 2015, sottolinea la Commissione, "in Italia è iniziata una graduale ripresa, ma persistono rischi", in particolare "sulle prospettive pesano in particolare il rallentamento sui mercati emergenti e le recenti turbolenze sui mercati finanziari". A frenare la crescita dell'Italia sarebbero inoltre l’elevato rapporto debito pubblico/Pil unito al deterioramento della competitività e della crescita della produttività. Un altro ostacolo è rappresentato poi dal sistema fiscale, che "ostacola l'efficienza economica e la crescita", con un rapporto gettito/Pil "fra i più elevati dell'Ue, anche a causa del costo del servizio del debito pubblico. La pressione fiscale è diretta maggiormente sui fattori produttivi rispetto ad altri Stati membri, con possibili ripercussioni negative sulla crescita". In particolare, la Commissione torna a criticare la scelta del Governo Renzi di abolire la tassa sulla prima casa, che "non è in linea con le reiterate raccomandazioni del Consiglio di spostare la pressione fiscale dai fattori produttivi ai consumi e ai beni immobili; inoltre, non è stato dato seguito ad elementi fondamentali delle raccomandazioni specifiche per Paese, quali la revisione dei valori catastali e delle agevolazioni fiscali".

Bruxelles boccia l'abolizione dell'Imu ma promuove il Jobs Act. "Le istituzioni del mercato del lavoro italiano - si legge nella Relazione - sono state riformate in profondità e i primi dati indicano un effetto positivo sull'economia che verrebbe amplificato da una riforma della contrattazione collettiva". Tuttavia "continuano a preoccupare la disoccupazione di lunga durata, il rischio di esclusione dal mercato del lavoro che pesa sui giovani e la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La riforma delle politiche attive del mercato del lavoro potrebbe rivelarsi di difficile attuazione. La riforma della contrattazione procede lentamente e resta limitata la diffusione della contrattazione a livello aziendale". 

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