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25 Giugno 2015

Turismo sanitario frontiera del real estate

di Cristina Giua

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Chiamarli asset immobiliari di investimento alternativo, o atipico, è riduttivo, così come è riduttivo chiamarlo – come viene comunemente fatto – turismo sanitario, pensando alla crescente domanda diffusa di strutture legate alla salute.

Possono essere case di cura, residenze sanitarie assistenziali (Rsa), centri ospedalieri, intorno a cui gravitano – o dovrebbero gravitare - spazi per le residenze dei familiari dei malati che arrivano da lontano per assistere i parenti, ma anche gallerie di negozi e servizi per degenti e visitatori.

Un business complesso e delicato, dove non si può dire che l'Italia sia all'avanguardia, ma appunto per questo stiamo parlando di un mercato aperto ad opportunità di sviluppo e gestione.

“Personalmente ho avuto modo di toccare con mano un aspetto della situazione – racconta a Monitorimmobiliare Emilio Valdameri, head of hotels & leisure di Colliers International Italia - essendo stato incaricato da una realtà come Humanitas di ristrutturare un loro immobile destinato in passato ad ospitare i loro dipendenti, da trasformare in stuttura per ospitare invece i loro pazienti che arrivano da fuori regione, oppure i parenti degli stessi. 

E’ stata quindi creata una struttura ricettiva “ad hoc” di circa 60 camere all’interno del Campus di Humanitas a Rozzano”.

Per dare una dimensione nazionale del fenomeno: nel 2012 in Italia sono state oltre 770mila persone sono state ricoverate in una Regione diversa da quella di residenza, spesso per ricevere cure avanzate su malattie come I tumori, non erogate nel territoro in cui vivono.

Lo hanno messo in evidenza Salute Donna onlus e altre undici Associazioni di pazienti oncologici, presentando un Documento con sei proposte operative.

“Il Nord assorbe il 55,1% della mobilità attiva - hanno sottolineato gli esperti della Commissione che ha redatto il documento -.

Tra pazienti in uscita e in entrata, la regione leader in Italia risulta la Lombardia che ha avuto 142.930 ingressi extra-regione con un saldo positivo di 76.367”.

Il 27,1% della mobilità attiva si distribuisce al Centro, tra tutte le Regioni, ad eccezione delle Marche: la prima è la Toscana, con un saldo positivo di 34mila pazienti.

All'opposto della classifica c'è il Mezzogiorno, dove tutte le Regioni, tranne il Molise, hanno un saldo negativo.

 Maglia nera per la Campania che ha visto 81.744 propri residenti curati in altre Regioni e ne ha accolti 26.028, con un saldo negativo di 55.716 pazienti (il più alto tra le Regioni italiane).

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