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22 Gennaio 2024

Unioncamere, 2023: più imprese nei settori costruzioni, immobiliare e turismo

di red

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Più imprese edili, consulenti aziendali e bed&breakfast. Meno imprese nel commercio, nell'agricoltura e nella manifattura. Sono alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull'andamento della demografia delle imprese nel 2023, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.

In uno scenario economico caratterizzato da inflazione, tensioni geopolitiche e cambiamenti tecnologici – si legge nello studio –, il saldo 2023 per le imprese italiane resta positivo, ma non per tutti gli ambiti di attività. Oltre il 70% delle 42.000 imprese registrate in più negli ultimi 12 mesi, infatti, opera in soli tre macro-settori: le costruzioni, il turismo e le attività professionali.

Il più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto delle costruzioni che, nonostante l'incertezza sulle prospettive dei bonus legati al mondo dell'edilizia che ha caratterizzato il 2023, alla fine degli scorsi 12 mesi ha contato 13.541 imprese in più rispetto al 2022 (+1,62%).

Bene anche le attività professionali, scientifiche e tecniche, che a fine 2023 presentano un aumento significativo di 11.000 imprese, trainate da un "boom" della consulenza aziendale e amministrativo-gestionale (saldo positivo di oltre 6.000 attività e una variazione relativa dell'8%).

Anno positivo anche per il comparto della vacanza, in cui si contano 3.380 attività di alloggio aggiuntive (+5,13%) e 3.015 bar e ristoranti in più rispetto al 2022 (+0,77%).

Alla crescita hanno contribuito significativamente anche le attività immobiliari, che a fine 2023 contano 5.197 imprese in più dell'anno precedente (+1,72%).

A fronte di questi risultati positivi, i settori più tradizionali continuano a segnalare un restringimento della platea delle imprese. Per il commercio, il 2023 si è chiuso con una riduzione complessiva di 8.653 attività (-0,6% su base annua) ma, approfondendo l'analisi dei dati, si rileva come il processo di selezione in questo settore abbia riguardato essenzialmente il commercio al dettaglio, che nel 2023 ha perso quasi 7.700 unità. Nell'agricoltura, il bilancio di fine anno evidenzia una riduzione complessiva di 7.546 imprese (-1,05%) mentre la manifattura presenta una perdita complessiva di 2.962 imprese (-0,56%).

Guardando al territorio, i dati indicano in crescita il tessuto imprenditoriale di tutte le quattro aree geografiche. Con le sue 14.948 imprese in più, il Mezzogiorno ha determinato più di un terzo dell'intero saldo annuale, staccando il Nord-Ovest (+11.210) e il Centro (+10.626).

Bilancio imprenditoriale attivo per diciassette delle venti regioni italiane. In termini assoluti, meglio di tutte hanno fatto la Lombardia (10.562 imprese in più), il Lazio (+9.710) e la Campania (+6.351). Il Lazio (+1,59%) registra invece la crescita più sostenuta in termini relativi; seguono la Lombardia (+1,12%) e la Campania (+1,04%).

Andrea Prete, presidente Unioncamere: "Poter contare su 42.000 imprese in più alla fine del 2023, vissuto all'insegna dell'incertezza, mi sembra un buon risultato. I settori in cui si concentra la crescita maggiore erano in gran parte prevedibili. Soprattutto l'incremento del turismo, in virtù della ripresa post pandemica, e delle attività di consulenza aziendale, e, più in generale, delle attività professionali, scientifiche e tecniche, caratterizzate dalla presenza di capitale umano qualificato, capaci di contribuire in misura importante allo sviluppo".

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