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15 Giugno 2023

Bce: previsto rialzo dei tassi dello 0,25

di red

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Mentre la Fed, dopo 15 mesi e dieci rialzi consecutivi del costo del denaro, lascia invariati i tassi di interesse in una forbice compresa tra il 5% e il 5,25%, si prevede da parte della Bce un proseguimento della stretta volta a controllare l'inflazione. In vista della riunione in programma oggi, il rialzo dei tassi dello 0,25 è dato per certo, così come la conferma dell'impegno della Bce ad andare avanti con aumenti graduali del costo del denaro per frenare la corsa dei prezzi. 

I rialzi si inseriscono all’interno di un quadro caratterizzato dall’incertezza economica. I dati dell'Ocse sul Q1 2023 mostrano la Germania in recessione mentre l'Italia migliora e cresce dello 0,6% in un contesto di accelerazione del PIL del G20. La crescita a breve termine sarà probabilmente rivista al ribasso e verrà confermata l'attuale recessione tecnica. L'inflazione è comunque probabile che si attesti intorno al 2% nel medio termine. 

Peter Goves, head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS Investment Management: "Ci aspettiamo che la Bce aumenti il tasso di riferimento di 25 pb raggiungendo il 3,50% questa settimana. Questo orientamento è stato fortemente espresso nel corso della precedente riunione, quindi non sarà una sorpresa. La riunione di questa settimana sarà accompagnata anche da una nuova serie di previsioni, ma non ci aspettiamo molti cambiamenti significativi". 

Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income: "La nostra opinione rimane che la Bce probabilmente aumenterà i tassi di interesse nella prossima riunione di altri 25 punti base, portando il tasso di deposito al 3,5%. In seguito, se i segnali di rallentamento dell'attività economica dovessero mostrare un'accelerazione, non saremmo sorpresi di vedere la BCE sospendere il ciclo di rialzo dei tassi, con tassi più alti per un periodo più lungo, mentre l'inflazione torna gradualmente verso l'obiettivo del 2%". 

Eoin O'Callaghan, macro strategist di Wellington Management: "La Bce potrebbe mantenere i tassi a un livello più elevato e più a lungo, creando un rischio al rialzo per le previsioni del mercato. La decisione della Bce di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi d'interesse a 25 punti base nella riunione di maggio mostra una certa sensibilità al rallentamento della crescita del credito e ai rischi associati alle recenti tensioni finanziarie. Ciononostante, le sue stesse previsioni sono coerenti con un tasso terminale inferiore al 4% e i rischi legati a queste proiezioni ci sembrano sbilanciati verso l'alto. Se le tensioni finanziarie dovessero intensificarsi, si verificherebbe un inasprimento delle condizioni finanziarie non determinato dalla politica monetaria. Tuttavia, in assenza di uno scenario così sfavorevole, è probabile che la Bce continui il proprio processo di normalizzazione dei tassi fino al prossimo autunno. Inoltre, i tassi reali suggeriscono l'esistenza di un rischio al rialzo in relazione all'entità dell'inasprimento che la Bce dovrà intraprendere. Nel complesso, gli investitori dovrebbero prepararsi a una continuazione della divergenza, con implicazioni diverse per i prezzi degli asset dell'Eurozona rispetto a quelli del resto del mondo".

Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors: "Dopo un significativo round di rialzi nel corso dello scorso anno, la Bce sta limando le proprie politiche monetarie, ma ci aspettiamo ulteriori rialzi nei mesi a venire. La Bce dovrebbe annunciare un nuovo rialzo nel meeting del 15 giugno, con un aumento di 25 punti basi che probabilmente sarà seguito da ulteriori 25 punti a luglio. Nonostante il fatto che l'eurozona sia entrata in recessione tecnica, le pressioni inflazionistiche persistono, e la Bce deve continuare ad inasprire le politiche monetarie per preservare la propria credibilità e ancorare le aspettative di inflazione sul mercato è ancora troppo presto per gli investitori per costruire posizioni a lunga duration nel mercato obbligazionario dell'eurozona".

Frederik Ducrozet, responsabile della ricerca macroeconomica di Pictet Wealth Management: "La Bce è incerta se aumentare i tassi di interesse di 25 punti base nella riunione del Consiglio direttivo di oggi, portando il tasso di deposito al 3,50%, pur segnalando che potrebbe restare ancora della "strada da fare". Resta tuttavia da vedere con quale intensità la banca centrale si impegnerà in ulteriori rialzi dei tassi, con alcune importanti sfumature che potrebbero essere aggiunte alla forward guidance (o alla sua mancanza). La Bce ha diverse opzioni al momento, ma la migliore potrebbe essere quella di lasciare invariato il secondo paragrafo della dichiarazione introduttiva di maggio, sottolineando l'obiettivo di riportare l'inflazione al 2% in modo tempestivo senza sbilanciarsi su alcun percorso specifico per i tassi. La Bce ha chiarito in modo inequivocabile che le decisioni future dipenderanno maggiormente dai dati, considerando che i tassi si stanno avvicinando al loro picco. In particolare, è probabile che le dichiarazioni di oggi ribadiscano che "gli effetti dei precedenti rialzi dei tassi sono ancora in fase di trasmissione sulle condizioni finanziarie e monetarie dell'eurozona". Secondo la nostra prospettiva, il rischio che si corre in vista della riunione di oggi è che la comunicazione sia maggiormente da falco mentre le proiezioni dello staff siano più accomodanti".

Paul Diggle, chief Economist di abrdn: "È quasi certo che questa settimana la Bce aumenterà il tasso di deposito di 25 punti base portandolo al 3,5%. Lo dimostra l'insistenza della presidente Lagarde e di altri sul fatto che la Bce “non è in pausa“. È probabile che le previsioni macro aggiornate dello staff indicheranno una crescita leggermente più debole e un'inflazione più bassa, alla luce dei recenti dati, tra cui la conferma di una recessione tecnica invernale. Tuttavia, il Consiglio direttivo ha dato meno peso alle previsioni negli ultimi tempi, concentrandosi invece sul superamento dell'inflazione e sulla necessità di inasprire la politica monetaria per farvi fronte. Inoltre, i segnali della Bce sono stati chiari nell'indicare ulteriori incrementi dei tassi d'interesse, ma ambigui sul numero di ulteriori rialzi che ciò potrebbe comportare. Riteniamo che la Bce procederà a un nuovo rialzo a luglio, ma la tendenza al ribasso dell'inflazione sia headline sia core, e le prove sempre più evidenti dell'impatto ritardato della precedente stretta monetaria sulla crescita del credito e sugli investimenti, faranno su che questo sia probabilmente l'ultimo rialzo di questo ciclo".

Pablo Duarte, senior research analyst, Flossbach von Storch Research Institute: "Finora sembra che ci sia stato un errore di comunicazione tra banca centrale e mercati. Da un lato la presidente Lagarde dichiara che il ciclo di rialzi proseguirà, dall'altro i mercati sono convinti che la serie di rialzi sia prossima alla fine. Il problema di base è naturalmente rappresentato dal debito pubblico. I rendimenti dei BTp decennali si attestano al 4%, rispetto all'1% di inizio 2022. Con una crescita stagnante, il debito diventa insostenibile e i mercati, infatti, iniziano temere che i governi dell'Eurozona non siano in grado di ripagare il proprio debito. Per questo motivo, sarà cruciale la comunicazione relativa alla guidance sulla politica monetaria per il resto dell'anno. Qualsiasi accenno a un allentamento della stretta monetaria potrebbe tranquillizzare i mercati".

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