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11 Gennaio 2024

La Bce chiede pazienza sui tassi: l'inflazione salirà a breve, poi la ripresa

di Carlos Garcia

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Aspettiamoci che, a breve termine, l’inflazione nell’Eurozona registri nuovi aumenti. E che, pertanto, i tassi di riferimento restino (ben che vada) dove sono. In estrema sintesi, è quello che si legge oggi sul bollettino economico pubblicato dalla Banca centrale europea. E se si vede qualche luce in fondo al tunnel – rivendica l’Istituto di Francoforte – lo si deve proprio alla politica monetaria attuata dalla Bce.

Il bollettino dell’Eurotower premette che “a novembre 2023 l'inflazione complessiva nell'area dell'euro si è attestata al 2,4%, in calo dal 2,9% di ottobre”. Dopodiché, il Board della Bce avverte che “un nuovo, temporaneo, aumento è probabile nel breve periodo a causa degli effetti base al rialzo dei prezzi dei beni energetici".

Che la Banca centrale europea stia tentando di bloccare l’aumento dell’inflazione e di riportare l’indice all’obiettivo del 2% lo aveva ricordato ieri il vicepresidente Luis de Guindos, intervenendo alla 14esima edizione dello Spain Investors Day. Secondo l’ex ministro dell’Economia del Governo spagnolo guidato da Mariano Rajoy, “i dati più recenti indicano che il futuro rimane incerto e le prospettive sono orientate al ribasso. La nostra forte reazione è stata fondamentale per evitare un disancoraggio delle aspettative e per contenere l'inflazione. In termini di attività economica, il rallentamento è stato finora contenuto e graduale. Tuttavia, i dati più recenti indicano che il futuro rimane incerto e le prospettive pendono al ribasso".

In questo contesto – gli ha fatto eco Isabel Schnabel, membro del Board della Bce – “i tassi ufficiali devono essere su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a garantire che l'inflazione ritorni in modo sostenibile al 2%. Un'economia in rallentamento è parte della trasmissione della politica monetaria".

Una strategia confermata oggi dal bollettino della Banca centrale europea, che conferma: i tassi di interesse di riferimento devono essere collocati su livelli che, “se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”.

Il bollettino di Francoforte invita a mantenere alta l’attenzione ma anche a non cadere troppo facilmente nel pessimismo: “Malgrado l'atteso aumento temporaneo dell'inflazione – si legge nel rapporto – il processo di disinflazione relativo alla componente di fondo dovrebbe proseguire. L'espansione economica dovrebbe rafforzarsi a partire dagli inizi del 2024, con l'aumentare del reddito disponibile reale, sostenuto dall'inflazione in calo, dalla robusta crescita dei salari e dalla tenuta dell'occupazione, e con l'allinearsi della dinamica delle esportazioni ai miglioramenti della domanda estera".

Oltre il breve termine caratterizzato da debolezza, in particolare per il settore manifatturiero e quello delle costruzioni – insiste il bollettino – "ci si attende che l’attività dell'area dell'euro registri una graduale ripresa".

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