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5 Febbraio 2020

Astaldi, obbligazionisti chiedono revisione proposta concordato

di G.I.

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Resta alta la tensione tra Astaldi e i bondholders. Il comitato degli obbligazionisti boccia in una lettera inviata ad azienda, Commissari e al Tribunale fallimentare di Roma la proposta concordataria chiedendone, nel denunciarne i vizi, la formulazione di una nuova.

Dura la replica dell'Azienda, che precisa che la procedura "si sta svolgendo in maniera conforme alla normativa applicabile" e annuncia possibili "opportune azioni legali da intraprendere nei confronti di coloro che diffondono notizie inesatte".

Il nodo resta sempre il valore di recupero dell'investimento. L'ultima stima degli obbligazionisti è che la soddisfazione dei creditori chirografari "possa attestarsi a valori decisamente inferiori" pari a 620 milioni di euro che corrisponde "ad una percentuale di soddisfacimento di appena il 18%", contro 38% indicato nel piano. Ma il Comitato denuncia anche una lesione della par condicio creditorum per l'assenza della divisione in classi dei creditori.

"Per effetto della continuità aziendale vi saranno alcuni creditori, come banche e fornitori, che beneficeranno, oltre che dell'attribuzione patrimoniale promessa a tutti i creditori chirografari anche della prosecuzione dei loro rapporti commerciali, nonchè di altre utilità come ad esempio i warrant premiali che saranno riconosciuti alle banche che metteranno a disposizione la finanza necessaria a dar corso alla ricapitalizzazione della società", viene spiegato. Di questo "non beneficeranno, invece, gli obbligazionisti, il cui parziale soddisfacimento avverrà solo attraverso l'assegnazione delle azioni e degli strumenti finanziari partecipativi".

Sotto la lente c'è anche la posizione di Fin.Ast, azionista di controllo, che "resterà titolare di un credito di 6 milioni di euro per finanziamenti anteriori alla domanda di concordato". Il Comitato contesta poi l'assegnazione agli attuali azionisti di Astaldi di una quota pari al 6,5% del capitale sociale e denuncia "la lesione del diritto di ciascun creditore-obbligazionista a poter esprimere un consenso (o un dissenso) informato" rispetto alla proposta concordataria. Questo anche perchè, viene sottolineato "a soli 21 giorni dalla prima convocazione dell'assemblea degli obbligazionisti - contro i 45 giorni di legge - la relazione dei Commissari non è ancora disponibile".

Le assemblee sono state infatti, fissate a Roma il 25 febbraio, 10 marzo e 24 marzo (in prima, seconda e terza convocazione). Gli obbligazionisti infine ritengono che ci siano la violazione della disciplina in materia sia "di appello al pubblico risparmio" sia "di aiuti di stato". In questo caso perchè "non risulta alcun approfondimento" per "l'innesto di capitali in Astaldi da parte di Cdp tramite Salini Impregilo".

Dall'associazione dei consumatori Aduc, inoltre, arriva l'invito agli obbligazionisti Astaldi a votare no alla proposta concordataria che sarà presentata nelle prossime assemblee dei portatori di obbligazioni Astaldi (il convertibile da 140 milioni e il bond senior da 750 milioni) convocate a partire dal prossimo 25 febbraio. In un articolo pubblicato online sul sito dell'associazione, si legge che la proposta concordataria "fa parte dell'enorme regalo approntato per Salini-Impregilo e posto a carico degli obbligazionisti. Una corretta valutazione di Astaldi post-concordato esigerebbe infatti un esborso triplo da parte di Salini-Impregilo rispetto a quanto previsto nella successiva integrazione tra i due gruppi". 

Secondo il consulente legale di Aduc Anna D'Antuono che firma l'articolo: "le stesse ipotesi di recupero per gli obbligazionisti appaiono gonfiate, poichè il 38% mediante azioni e strumenti finanziari partecipativi è molto più realisticamente valutabile al massimo nel 20%. A questo va aggiunto che, con una evidente disparità di trattamento tra tutti i creditori chirografari, solo alle banche creditrici vengono assegnati dei warrants non previsti per i bond, stravolgendo la legge fallimentare e la clausola 'pari passu' del prospetto". 

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