Intascavano tangenti per non segnalare gli abusi edilizi commessi in alcuni dei cantieri del XIII e del XIV Municipio di Roma.
È l’accusa contestata a 10 funzionari pubblici dipendenti degli Ispettorati edilizi dei due municipi e di una Asl romana.
Oltre a loro, il gip Anna Maria Gavoni ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 imprenditori e di 5 professionisti.
Gli indagati nell’ambito dell’operazione Vitruvio dei finanzieri del Comando unità speciali della Guardia di Finanza sono in tutto 28: le manette sono scattate per 22 di loro, 6 sono detenuti a Regina Coeli.
In cambio di tangenti comprese tra le 1.000 e le 1.500 euro, i funzionari pubblici, al momento delle ispezioni nei cantieri edili – che spesso erano concordate – non solo avrebbero omesso di rilevare gli abusi riscontrati, ma spesso avrebbero addirittura suggerito agli imprenditori le modifiche da apportare ai lavori per fargli ottenere il massimo vantaggio economico.
Tutta l’operazione è partita da un’indagine sui funzionari dell’Ispettorato edilizio del XIV Municipio di Roma Capitale che avrebbero compiuto anche gravi irregolarità nelle pratiche delle autorizzazioni per gli imbocchi alla rete fognaria, che erano essenziali per la vendita delle unità immobiliari in costruzione.
Coinvolti anche alcuni funzionari dello Spresal ( il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) di un’Asl capitolina. In cambio di tangenti avrebbero evitato di contestare le irregolarità riscontrate nei cantieri in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro.
Per l’indagine, la procura di Roma si è servita di rilevamenti contabili, pedinamenti e intercettazioni telefoniche nelle quali gli indagati farebbero chiari riferimenti al pagamento di somme di denaro ai funzionari responsabili delle ispezioni nei cantieri.
Si era ormai consolidato anche l’uso di una “tangente preventiva”, pagata quando qualcuno aveva intenzione di aprire un cantiere edile per ottenere le necessarie “coperture”.
