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15 Marzo 2022

Lombardini22 firma il progetto del polo universitario di Carpi  

di E.I.

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Carpi sarà la prima città non capoluogo di provincia a ospitare un polo tecnologico universitario in Emilia Romagna. Il progetto a cura di Lombardini22 è stato voluto da Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia e il Comune di Carpi.

Nel corso dell’anno accademico 2023-2024 partiranno le lezioni di un corso di laurea in ambito ingegneristico. Di pari passo andrà la riqualificazione del contesto che si affaccerà nei pressi del nuovo polo con gli obiettivi di recuperare le antiche cascine adiacenti e di rendere sempre più fluido il trasporto e attrattivo il centro storico per gli studenti. 

Il centro universitario fa parte di un intervento integrato di sviluppo di Carpi e sarà collegato con un sottopasso al centro città e alla stazione ferroviaria. Si tratta di un'operazione orientata al benessere e alla crescita di un'intera comunità, un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, condotto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, che ha come obiettivo la promozione dell'innovazione, il suo sviluppo, e la valorizzazione delle competenze sul territorio.

In 6 mesi si sono studiati progetto preliminare, definitivo, esecutivo, permessi autorizzati con previsione della durata delle opere di 12 mesi circa.

La nuova costruzione, con una superficie complessiva di circa 5.000 mq, oltre a insediare la nuova sede distaccata dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia, diverrà sede di start-up e di spin-off accademici, per offrire una simbiosi con il mondo universitario e favorire la contaminazione fra l'attività di ricerca e quella di sviluppo. Ospiterà inoltre attività formative collaterali per la formazione di livello intermedio e per quello di base rivolto a sostenere lo sviluppo delle aziende del territorio.

La scelta architettonica compiuta da Lombardini22 è orientata all'essenzialità e alla sobrietà. Al brief iniziale Lombardini22 ha aggiunto l'implementazione di chiostri, prati e insenature per valorizzare il rapporto tra la struttura e il contesto in cui si inserisce. Gli spazi interni sono pensati anche per ospitare attività culturali organizzate dalla Fondazione e dal Comune.

L'impianto proposto si sviluppa all'interno di una piastra unitaria monopiano nella quale si snodano percorsi diversificati che permettono una distribuzione fluida. L'area didattica si dispone su 4 aule da 150 posti e 3 aule più piccole da 50 posti. Nel campus sono inoltre presenti uffici per start up, ampi laboratori e sale riunioni.

I volumi pieni, contenitori dell'attività universitaria e di ricerca, si alternano agli elementi vuoti dei patii, grazie a sequenze di percorsi interni e vedute verso il parco, mantenendo forti i rapporti funzionali tra i diversi ambienti. I tre patii garantiscono luce naturale all'interno degli spazi universitari e sono trattati ognuno in modo diverso: uno è uno spazio pavimentato adibito ad attività espositive/congressuali all'aperto; il secondo ricco di vegetazione mediterranea e arbusti; il terzo, che ospiterà aree studio all'aperto, rappresenta un richiamo ai tipici giardini giapponesi con aceri.

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