Ultime notizie

30 Gennaio 2021

L'allarme di Allianz GI: il 2021 potrebbe riportare l'inflazione (Report)

di Greg Meier, senior economist director di Allianz Global Investors

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Per qualche tempo l’inflazione è rimasta fuori dai radar, ma ora crescono le incognite per il futuro. Al momento gli indici dei prezzi in Europa, Stati Uniti e Giappone sono ben inferiori all’obiettivo del 2% fissato dalle principali banche centrali. La ragione è sotto gli occhi di tutti: siamo nel mezzo di una pandemia e l’economia mondiale è regredita rispetto al periodo pre-Covid-19.


 

La situazione potrebbe cambiare presto, ma non per ragioni altrettanto ovvie. Dato che di norma gli economisti definiscono l’inflazione come un tasso annuale (anno su anno), nei prossimi mesi inizieremo a misurarla rispetto ai livelli distorti dalla pandemia di inizio 2020. Di conseguenza prevediamo un rialzo meccanico dei prezzi dovuto all’effetto-base, che sarà modesto in alcuni Paesi e considerevole in altri, ad esempio negli Stati Uniti. Ci si chiede però come reagiranno i mercati e se l’accelerazione dell’inflazione sarà sostenuta.


 

La domanda si pone alla luce di una serie di “sorprese positive”, cioè di dati sui prezzi più elevati del previsto. Tale incremento si deve principalmente al rincaro delle commodity, soprattutto di alimentari ed energia. (cfr. grafico della settimana.) Ma le condizioni si sono inasprite su larga scala. Infatti alcune società riscontrano un aumento dei costi di produzione e strozzature nelle consegne, indicando di voler trasferire i costi sui clienti.


 


 

Un punto a sfavore dell’inflazione è la debolezza del mercato del lavoro USA. I recenti aumenti salariali sono stati consistenti, ma messi in ombra dalle perdite legate alla pandemia. Nonostante i 12 milioni di posti di lavoro creati dallo scorso maggio, l’occupazione si attesta in prossimità dei livelli più bassi registrati durante l’ultima recessione. E con un numero così elevato di disoccupati gli stipendi non possono aumentare.


 

Che cosa ci aspetta dunque? Prevediamo che gli effetti-base determineranno presto un incremento dell’inflazione. Negli USA il tasso potrebbe superare la soglia del 2% fra aprile e maggio, con possibili conseguenti turbolenze di mercato causate dagli investitori impreparati a una simile evoluzione.


 

Nella seconda metà del 2021, le previsioni dipenderanno dalla pandemia. Se tutto andrà bene, le vaccinazioni potrebbero liberare l’eccesso di risparmio delle famiglie e la domanda repressa, e dare un forte impulso a sorpresa alla crescita.


 

In tal caso, va tenuto presente che dopo anni di disinflazione strutturale e in presenza di politiche basate su un “target di inflazione media”, le banche centrali potrebbero essere più riluttanti che in passato ad alzare i tassi.


 

Per gli approfondimenti leggere il Report integrale allegato.


 

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi