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3 Ottobre 2018

Astaldi crolla anche oggi in Borsa: -28,13%

di G.I.

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Altro tonfo in Borsa per il gruppo Astaldi. Il secondo gruppo di costruzioni italiano - dopo aver presentato la richiesta di concordato preventivo al tribunale di Roma - ha perso il 28,13% chiudendo la seduta a Piazza Affari a 0,41 euro per azione. Astaldi, in pratica, è entrata solo brevemente in contrattazione e ha subito segnato il rosso dopo non aver fatto prezzo per tutta la mattinata. Il titolo è stato poi subito sospeso per eccesso di volatilità.
 

A fine giornata, inoltre, è stato prolungato fino al 4 ottobre il divieto di vendite allo scoperto sul titolo Astaldi. Lo ha deliberato la Consob prolungando quindi il provvedimento emesso ieri. "Il divieto durerà fino al termine della seduta borsistica del 4 ottobre 2018" si legge nella comunicazione. Il divieto riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli. Con ciò viene estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 in virtù del citato Regolamento comunitario.

Il titolo aveva perso venerdì scorso, quando è stata annunciata la richiesta di concordato preventivo con riserva, il 29,8% e ieri un altro 28,69%. Ieri sera Fitch ha abbassato il rating di Astaldi a C da CCC- e rimosso il "rating watch evolving". A pesare sulla decisione di Fitch è stata la decisione del cda di presentare domanda per il concordato preventivo con riserva in continuità aziendale. Inoltre, l'agenzia di rating ha sottolineato che il percorso preliminare di ristrutturazione è probabile che apporti una tranche di debito super senior alla struttura del capitale di Astaldi che potrebbe portare ad una riduzione del tasso di recupero per i debiti unsecured. Il rating rappresenta l'ultimo passo prima del D (default).

Dopo aver rinviato l'approvazione dei conti semestrali e aver annunciato di essere in fase avanzata nello studio di un piano da sottoporre al Tribunale e ai creditori che assicuri la continuità aziendale, il gruppo romano delle costruzioni ha comunicato che l'indebitamento finanziario netto è salito a 1,89 miliardi a fine giugno dagli 1,47 miliardi di fine dicembre. Oltre che dalla dinamica del circolante con maggiore assorbimento tipico del primo semestre, l'aumento dell'indebitamento, segnala il gruppo, è legato anche al minore ricorso alle cessioni di credito pro-soluto, per lo smobilizzo dei crediti commerciali, e a i volumi produttivi più contenuti rispetto a quelli registrati al 30 giugno 2017. Astaldi ha segnalato una temporanea tensione finanziaria nel secondo semestre per i tempi lunghi del piano di rafforzamento patrimoniale che prevede innanzi tutto la cessione della concessione sul terzo ponte del Bosforo. Le trattative su questo fronte stanno proseguendo per arrivare a concludere l'accordo.

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