Ultime notizie

17 Luglio 2023

Piccoli centri urbani: mercato residenziale dinamico, diminuiscono i tempi di vendita

di E.I.

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Il mercato immobiliare italiano, nonostante i primi segnali di cambiamento dovuti a una maggiore prudenza da parte dei potenziali acquirenti, ha continuato a mostrare trend positivi nella seconda parte del 2022.

Secondo le analisi condotte dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, la casa conferma la sua capacità di attrarre i risparmiatori che intendono preservare i capitali dall’inflazione. Nella seconda parte del 2022 si è consolidato un ritorno all’investimento; a dare una spinta in questo senso anche il ritorno dei turisti che ha dato nuova linfa alle locazioni brevi.

Nel secondo semestre del 2022, i prezzi delle case nei capoluoghi di provincia hanno registrato una crescita dello 0,6%, mostrando un leggero rallentamento rispetto alla prima parte dell'anno. Le grandi città hanno registrato un aumento dell'1,8%, mentre l'hinterland delle metropoli ha mostrato una crescita dell'1,1%. Tra i capoluoghi di provincia, l’analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa segnala alcune realtà particolarmente positive.

Tra i piccoli centri urbani, dal punto di vista della variazione dei prezzi, l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa segnala Teramo, dove la presenza dell'università ha guidato gli acquisti per investimento. Nei primi cinque posti della classifica stilata da Tecnocasa ci sono due capoluoghi dell’Emilia-Romagna, Parma e Reggio Emilia, spesso citate tra le città in cui la qualità di vita è migliore. Anche in questo caso parliamo di due realtà universitarie con una buona componente di investimento. A Reggio poi sono anche in corso interventi di riqualificazione e miglioramento della cittadina. Rispetto a un anno fa, alcune realtà hanno confermato avere un buon andamento, Monza è una di quelle la cui crescita resiste. La cittadina brianzola ha dalla sua parte la vicinanza a Milano. 

Un altro indice interessante per capire qual è lo stato di salute del mercato immobiliare sono i tempi di vendita, che diminuiscono in tutte le realtà territoriali. Ancora una volta il mercato immobiliare si dimostra veloce e dinamico come c’era da aspettarsi alla luce della domanda vivace e dell’offerta in diminuzione. 

Nelle grandi città si è arrivati a 104 giorni, minimo storico toccato negli ultimi dieci anni. Nei capoluoghi di provincia chi decide di vendere casa deve mettere in conto mediamente 130 giorni, meno di quanti ne avrebbe impiegati un anno fa, quando ne occorrevano 138. C’è stata una contrazione di 8 giorni che ha fatto in modo che anche nei capoluoghi di provincia si raggiungessero i livelli minimi degli ultimi dieci anni. 

La cittadina con i tempi più brevi è Pisa con 68 giorni. Seguono Vicenza con 73 giorni, Modena con 79. Cagliari e Parma con 89 giorni. In coda Livorno con 91 giorni.

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi