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22 Giugno 2015

Parte l'offerta in Borsa delle azioni Domus Italia (Caltagirone)

di Redazione - Repubblica

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La società, che fa capo al gruppo Caltagirone, ha in pancia una serie di immobili collocati a Roma e punta a comprarne altri con i proventi dell'Ipo. Le nuove azioni arriveranno tutte da un aumento di capitale che diluirà fortemente l'azionista di riferimento, che passerà dal 100% al 5-6%. Forchetta tra 1,65 e 2 euro per azione

Per una società del gruppo Caltagirone che esce da Piazza Affari, Vianini Lavori, un'altra sbarca in Borsa (Ipo). Si tratta di Domus Italia, nata lo scorso dicembre grazie al conferimento da parte di Fabrica Immobiliare (che ha agito per conto del Fondo Seneca) di una serie di immobili collocati a Roma e dei relativi contratti di mutuo. L'offerta delle azioni prenderà il via il 22 giugno per chiudersi il 2 luglio.

 

I NUMERI DELL'OFFERTA: L’offerta globale, che è finalizzata all’ammissione alle negoziazioni delle azioni di Domus Italia sul Mercato telematico azionario (Mta), ha per oggetto un massimo di 150 milioni di titoli tutti in arrivo da un aumento di capitale. Si tratta pertanto di un'Ipo attraverso una offerta pubblica di sottoscrizione. Il 10% delle azioni messe in palio potrà essere acquistato dal pubblico indistinto, mentre il restante 90%, e dunque la maggior parte, sarà rivolto a investitori istituzionali. L'offerta prevede una opzione di aumentare il quantitativo di titoli offerti in caso di successo (greenshoe).


PROVENTI DELL'IPO E LORO IMPIEGO: Il ricavato stimato dall'Ipo è compreso tra un minimo di 237,6 e un massimo di 288 milioni. Tali valori corrispondono a una forchetta di prezzo tra 1,65 e 2 euro per azione. Tale intervallo, come si legge nel prospetto informativo dell'offerta, corrisponde a un capitale economico della società ante offerta globale compreso tra 16,5 e 20 milioni, mentre dopo l'Ipo il valore balzerà da 264 a 320 milioni. I proventi derivanti dall’aumento di capitale a servizio dell’offerta, si legge sempre nel prospetto, "saranno utilizzati, in tutto o in parte, per il pagamento del corrispettivo previsto dai contratti preliminari di acquisto di immobili".

 

VALORE DEGLI IMMOBILI, VENDITORI E FINANZIAMENTI: Con conferimento di dicembre, la società è entrata in possesso di un primo portafoglio immobiliare, che secondo la perizia di Colliers al 30 marzo valeva quasi 152 milioni. Un secondo portafoglio, che al 30 marzo è stato valutato quasi 427 milioni e che conta immobili ancora in corso di costruzione, sarà invece rilevato con i proventi dell'Ipo. C'è poi un terzo portafoglio di immobili, anch'essi in costruzione, che è stato stimato valga poco più di 85 milioni. Oltre ai proventi dell'Ipo, Domus Italia, per l'acquisto degli immobili, ricorrerà a un "nuovo contratto di finanziamento" stipulato il 10 giugno scorso per prevede linee di credito fino a 320 milioni. La principale banca finanziatrice è Intesa, che peraltro coordina l'Ipo ed è responsabile del collocamento delle nuove azioni. Il prospetto indica che le società venditrici degli immobili sono De Chirico Costedil 66, Finanziaria Italia, Tor Pagnotta Costedil 66 e Coim 2013. Si tratta in tutti i casi di "parti correlate dell'emittente", vale a dire che a vendere sono società a loro volta riconducibili al gruppo Caltagirone.

 

GLI SCENARI E IL DEBITO: Domus Italia ha tracciato una serie di scenari, a seconda del successo dell'Ipo e dei proventi in arrivo. Se dall'offerta arriveranno almeno 250 milioni (sui 288 massimi preventivati), la società si impegna ad acquistare immobili per un importo complessivo di 355 milioni più Iva (390 milioni al lordo della tassa). Se i proventi dovessero essere compresi tra i 200 e i 250 milioni, Domus Italia si impegna ad acquistare immobili per 296 milioni più Iva (326 milioni al lordo). Se, nello scenario peggiore per la società, i proventi fossero inferiore a 200 milioni, l’impegno ad acquistare immobili da parte di Domus Italia verrebbe meno. I numeri della società "pro forma" cambiano a seconda che si consideri uno di questi tre scenari. In quello peggiore, definito "minimo", l'indebitamento finanziario netto al 31 marzo sarebbe stato pari a 89,58 milioni, dato che salirebbe a 228 nello scenario "intermedio" e a 243,4 in quello "ulteriore".

 

GLI AZIONISTI PRIMA E DOPO L'IPO: Al momento, la società è controllata dal costruttore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone attraverso il veicolo Ical 2, che detiene la totalità del capitale. In caso di successo dell'offerta e di esercizio dell'opzione greenshoe, Ical2 si diluirebbe fortemente nell'azionariato passando dal 100% al 5,88% (6,25 senza greenshoe). Per quanto riguarda il management, la società è presieduta da Flavio Cattaneo e guidata dall'amministratore delegato Giovanni Maria Benucci.

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