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12 Maggio 2013

Maffioli (Promos): La scommessa è un concept di centro commerciale da portare anche all'estero

di Cristina Giua

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Fashion, forniture e food, queste le tre "f" su cui Promos punta per costruire un format distributivo fatto di moda, arredo e cibo, diverso dai centri commerciali aperti fino ad ora in Italia.

Il debutto è fissato in contemporanea con Expo 2015, come racconta Carlo Maffioli, presidente di Promos a Monitorimmobiliare.

D: Quali sono le formule di shopping centre che stanno funzionando meglio in questa fase?
Maffioli: Le proposte generiche sia gallerie che centri commerciali con prodotti full-price, come la maggioranza dell'offerta retail oggi nel nostro Paese, sono quelle che stanno soffrendo di più.


Noi che ci occupiamo di sviluppo, promozione, commericializzazione di progetti commerciali stiamo cercando di posizionarci su un segmento di mercato diverso, fatto di progetti tematici in grado di offrire una gamma di prodotti di un certo tipo, unendo prezzo e qualità.

In base agli ultimi dati diffusi dalle associazioni di categoria a fine 2012 i consumi nel nostro Paese si sono ritratti di un -3,4%, tornando quindi a livelli di 10 anni fa.

La frenata riguarda i consumi generici, mentre quelli mirati per prezzo e qualità funzionano ancora.


D: Quali sono i progetti a cui state lavorando?
Maffioli: In primo piano c'è Scalo Milano, progetto che aprirà i battenti a Locate Triulzi, a Sud del capoluogo lombardo, su un'area di 300mila mq.

E' una scelta strategica per le ragioni che dicevo prima: una formula commerciale a filiera corta a servizio delle imprese che potranno portare ai consumatori prodotti mirati a un prezzo competitivo.

Secondo noi una scelta vincente rispetto alle gallerie generiche.

Scalo Milano articolerà su tre filoni di consumi: fashion outlet, enogastronomia d'eccellenza e casa-arredamento, un segmento quest'ultimo che soffre perché non ha sbocchi retail adeguati.

Puntiamo su un tasso di conversione alto: otto persone faranno acquisti ogni 10 persone che entreranno nel centro.

Sulla stessa lunghezza d'onda la seconda apertura a cui stiamo lavorando, quella di Sant'Eufemia, che prende il nome da un quartiere di Brescia - fra l'altro raggiungibile con la metro da poco inaugurata - e che sarà la risposta italiana all'Ikea per la vendita di prodotti casalinghi, di arredamento e design “made in Italy”.

Anche qui tenteremo di portare una serie di negozi mono-prodotto direttamente al pubblico: dalle indagini di marketing che abbiamo fatto c'è spazio per un'iniziativa di questo tipo che sul mercato sarebbe privilegiata rispetto a prodotti stranieri.


D: A quando le due aperture?
Maffioli: Per Scalo Milano vorremmo aprire una parte significativa del progetto in contemporanea con l'Expo 2015: non c'è tanto tempo a disposizione, ma potrebbe essere una vetrina in assonanza con il tema del cibo proposto dall'Expo.

Per Sant'Eufemia invece contiamo di aprire un po' più in là, tra fine 2015 e inizio 2016.


D: Qual è la risposta sul fronte tenant?
Maffioli: Dai contatti che abbiamo allacciato con i brand dell'alta moda e del design possiamo dire che l'interesse è forte, da novembre scorso abbiamo avuto un riscontro notevole, anche perché proponiamo un format completamente diverso da tutti gli altri: serviranno poi due-tre anni di tempo dall'apertura al pubblico nell'area di Milano e di Brescia per capire quali brand saranno riusciti a fidelizzarsi con il mercato locale e quali no.

D: E per i prossimi anni ci saranno gli sviluppi successivi?
Maffioli: Se il veicolo Scalo Milano funziona abbiamo intenzione di replicarlo.

Ma non ci sarà un secondo Scalo Milano in Italia, l'idea è quella di esportare il concept all'estero.

Mosca è sicuramente una delle piazze importanti a cui stiamo guardando.


Stiamo pensando anche alla Serbia e alla Turchia.

E c'è interesse anche da parte della Cina, dove abbiamo già dei contatti con degli investitori locali.

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