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20 Dicembre 2021

Locazioni residenziali in Italia: valori in ripresa (Report)

di E.I.

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Il mercato delle locazioni residenziali è tra quelli che più hanno risentito dell’impatto del Covid. Il ricorso alla didattica a distanza e allo smart working ha tenuto nei loro luoghi di origine molti studenti e lavoratori fuori sede, determinando così un’offerta maggiore e una minore domanda. Ad alimentare l’offerta ci sono anche numerosi immobili che, affittati negli anni scorsi tramite short rent, sono adesso immessi sul canale residenziale al fine di recuperare parte delle spese.

Queste le considerazioni dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa che ha preso in esame il comparto delle locazioni residenziali.

Si conferma la maggiore facilità di affitto per le soluzioni di qualità, ben arredate, posizionate in zone servite e luminose. Sempre elevata l’attenzione ai costi condominiali.

Nel primo semestre del 2021 il 73,8% degli inquilini ha compiuto una scelta abitativa, optando volutamente per la locazione o non potendo acquistare. C’è una lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando la percentuale era del 74,7%. Diminuiscono anche i lavoratori fuori sede che passano da 22,6% a 22,4%. Nel periodo pre-Covid la percentuale si attestava a 25,9%. Aumenta invece, nella prima parte del 2021, la percentuale di chi affitta per studio, il 3,8% dei contratti stipulati.

La pandemia ha accentuato la domanda di chi cerca casa in affitto tra chi ha lavori precari o a termine e in chi stava valutando l’acquisto immobiliare ma si è fermato per timori legati alle incertezze del mondo del lavoro. Il ribasso dei prezzi immobiliari e i mutui più vantaggiosi stanno spingendo verso l’acquisto della casa ma, nonostante questo, la domanda di locazione è sempre elevata, in particolare tra le fasce di età più giovane. Il 43,8% di chi ha preso casa in affitto ha un’età compresa tra 18 e 34 anni.

I dati sui contratti stipulati nella prima parte del 2021 segnalano una contrazione di quelli a canone libero, passato in un anno da 52,0 a 45,6%, e un aumento del concordato, passato da 31,4% a 32,2%, e del contratto transitorio che passa da 16,6% a 22,2%. 

Il dato evidenzia l’aumento del ricorso al canone transitorio: i proprietari di una casa da destinare all’affitto turistico hanno deciso di collocarlo sul settore residenziale con la formula del contratto transitorio per non vincolare l’immobile per troppo tempo e riaverlo a disposizione per ritornare agilmente allo short rent in caso di un’inversione di trend dei flussi turistici.

Secondo quanto emerge dai dati, il contratto a canone concordato potrebbe rivelarsi una buona soluzione per inquilini timorosi degli effetti del lockdown e proprietari che ottengono un vantaggio fiscale e una maggiore possibilità di sostenibilità del canone da parte dell’inquilino stesso grazie ai canoni calmierati.

Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa: “Dopo un 2020 che ha chiuso con un importante calo dei canoni residenziali, nel primo semestre del 2021 si iniziano a vedere i primi segnali di inversione di tendenza: stabili i canoni dei monolocali, +0,4% il rialzo dei canoni dei bilocali e +0,3% quello dei trilocali. Si riscontrano comunque valori in diminuzione in città come Milano, Bologna, Roma e Firenze, le metropoli che più di tutte le altre hanno sofferto il ridimensionamento dei flussi turistici, degli studenti e dei lavoratori fuori sede. Nei capoluoghi di provincia, al contrario, i valori degli affitti hanno invece continuato a crescere”.

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