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28 Ottobre 2018

Le start up del fintech incontrano il factoring

di Redazione

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Piattaforme digitali, blockchain e big data. Anche per il factoring è iniziata l’era del fintech. Il livello di diffusione di queste nuove tecnologie, che coinvolge gli operatori della cessione dei crediti commerciali e più in generale le attività finanziarie di smobilizzo delle fatture e di supporto al capitale circolante delle imprese, è l’oggetto di una ricerca condotta da Assifact con l’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano.

Lo studio

La ricerca ha disegnato la prima mappa delle start up digitali protagoniste in Italia di nuove iniziative legate alla cosiddetta invoice finance, il business che si sviluppa con la creazione di piattaforme digitali attraverso le quali le aziende possono smobilizzare i loro crediti commerciali cedendoli a investitori professionali, e alla supply chain finance, che offre strumenti e servizi finanziari per ottimizzare il capitale circolante e la liquidità di tutti gli operatori coinvolti in una filiera produttiva. La ricerca, fra le altre cose, ha esaminato i business model delle start up più rilevanti nel settore. Sono state prese in considerazione, tra le altre, Credimi (Milano, 2015), Fifty Finance Beyond (Milano, 2016), FinDynamic (Milano, 2016) e modeFinance (Trieste, 2009).

I risultati della ricerca sono stati illustrati nel corso del workshop dal titolo “Evoluzione e prospettive del factoring nell’era del fintech” organizzato da Assifact e dall’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano, presso la UniCredit Town Hall in collaborazione con UniCredit Factoring.

Aperto dal presidente di Assifact Fausto Galmarini, il workshop ha visto gli interventi di: Paolo Licciardello, amministratore delegato BPER Factoring e vicepresidente Assifact; Federico Caniato, professore ordinario di Gestione e Organizzazione Aziendale al Politecnico di Milano e direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano; Giorgio De Nova , professore emerito di Diritto Civile all’Università statale di Milano; Rony Hamaui, past president di Assifact e coordinatore del progetto di ricerca.

Alla tavola rotonda seguente, dal titolo “Il fintech alla prova dei fatti: attori, modelli e prospettive delle esperienze italiane”, hanno partecipato esponenti delle startup che operano nel mercato della cessione dei crediti commerciali. Un’occasione per discutere del futuro del factoring, un business finanziario al servizio delle imprese e dell’economia che in Italia vale il 13% del Pil e che a settembre ha superato i 168 miliardi di euro di turnover, in crescita del 5,99% rispetto allo stesso mese del 2017.

Secondo quanto afferma Alessandro Carretta, segretario generale di Assifact e professore ordinario all’Università di Roma Tor Vergata, “Le soluzioni fintech integrano l’offerta di servizi, aumentano l’efficienza del sistema, riducono i costi operativi, valorizzano al massimo le economie di scala coprendo segmenti di clientela attualmente non serviti, come le aziende di minori dimensioni”. Il modello vincente potrebbe nascere dalla cooperazione tra fintech, che crea soluzioni digitali, e factoring, che offre un servizio più completo e personalizzato in veste di partner strategico dell’impresa. Il fintech può apportare idee innovative agli operatori del factoring che hanno i capitali, le competenze di business e legali, il brand. Per evitare disparità competitive, avverte Carretta, è lecito attendersi “uno statuto giuridico europeo che bilanci innovazione tecnologica, governo dei rischi e concorrenza, con stesse regole per stesse attività”, evitando che la tecnologia possa generare squilibri competitivi.

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