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Per la corte d'appello di Firenze gli ex vertici di Banca Etruria furono colpevoli di ostacolo alla vigilanza: un anno e un mese di reclusione, con sospensione della pena, la condanna inflitta all'ex presidente Giuseppe Fornasari e all'ex dg Luca Bronchi. Una sentenza che ribalta l'esito del giudizio, con rito abbreviato, di primo grado ad Arezzo: tre anni fa il gup mandò assolti i tre imputati, tra cui l'ex direttore centrale della banca, Davide Canestri, assolto anche in appello. Fornasari e Bronchi sono stati anche condannati dai giudici di secondo grado a risarcire, in solido, Bankitalia, parte civile nel procedimento: stabilita una provvisionale di 327 mila euro.
Quella per ostacolo alla vigilanza è il primo filone dell'inchieste su Banca Etruria: fu aperta nel 2013 dall'allora procuratore di Arezzo Roberto Rossi, al quale gli ispettori di Bankitalia consegnarono una relazione in cui si ipotizzavano possibili irregolarità nel bilancio 2012. L'accusa di ostacolo alla vigilanza era stata contestata con riferimento alla cessione di immobili, in particolare quelli della società Palazzo della Fonte e sui presunti crediti deteriorati che non sarebbero stati contabilizzati correttamente ma come incagli e, quindi, ancora recuperabili.
Operazioni che, con quelle messe in campo dal Cda successivo, per l'accusa avrebbero contribuito a portare al dissesto l'istituto aretino. Il gup di Arezzo, in primo grado, mandò assolti gli imputati perchè 'il fatto non sussiste' con riferimento al capo di imputazione relativo alla cessione di immobili e perchè 'il fatto non costituisce reato' per quello relativo ai presunti crediti deteriorati.
Una sentenza contro la quale fecero ricorso in appello la procura, con Rossi e tutto il pool di magistrati che avevano lavorato sul primo filone d'inchiesta. Slittato di un anno, dal 2018 al 2019 tra le proteste dei risparmiatori, il processo d'appello ha visto anche la riapertura dell'istruttoria per ascoltare l'ispettore capo di Bankitalia Emanuele Gatti, che guidò le ispezioni del 2013. Oggi infine la sentenza per la quale dalla procura di Arezzo non arriva alcun commento anche se negli uffici c'è soddisfazione per il riconoscimento del lavoro svolto. Proprio ad Arezzo intanto prosegue il processo per il crac di Banca Etruria.
L'udienza, dedicata principalmente alla sofferenza per il credito al gruppo Sacci: secondo quanto ricostruito in aula, con un complicato intreccio di passaggi, sarebbero stati 62 i milioni di finanziamento mai rientrati. Nell'ambito di questo processo il 27 febbraio era stato citato come teste, dal legale di un risparmiatore, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Bankitalia ha fatto però sapere che Visco è impegnato all'estero e che un suo rappresentante sara' presente all'udienza al suo posto. Lo stesso 27 sarà il presidente del tribunale di Arezzo a decidere se riconvocarlo oppure no.
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