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23 Agosto 2018

Roma riorganizza residenzialità per anziani e punta sul cohousing

di G.I.

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Roma punta a superare le tradizionali case di riposo e guarda a nuove modalità di abitare in convivenza per gli anziani, a una nuova offerta di servizi residenziali che privilegino strutture di piccole dimensioni e "che mettano al centro i bisogni peculiari di ogni persona." Con questo obiettivo la Giunta capitolina ha approvato una delibera che riorganizza il sistema delle residenzialità tramite un graduale superamento delle case di riposo tradizionali.

Con il nuovo assetto organizzativo saranno mantenuti i 104 posti dell’attuale sistema, con la previsione di ampliare di altri 208 posti l’offerta di accoglienza residenziale per un totale di 302 posti. I luoghi tradizionali continueranno ad accogliere le persone per le quali le nuove soluzioni non risultino compatibili con i propri bisogni. Ma parallelamente verranno realizzate strutture di accoglienza a gestione familiare oppure in semiautonomia, con diversi livelli di supporto assistenziale, che possano ospitare fino a un massimo di 12 persone.

Due le modalità previste: il cohousing, ovvero convivenze di massimo sette anziani in abitazioni civili, con presenza di spazi e attrezzature comuni; e comunità alloggio, struttura residenziale con ricettività tra i sette e i dodici ospiti che eroga servizi socio assistenziali, finalizzati al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia. Obiettivo “migliorare la qualità della vita degli anziani”.

“Per gli anziani i benefici riguarderanno le creazione di nuovi stimoli, un incremento della qualità della vita e maggiori opportunità di condivisione. E’ fondamentale contrastare fenomeni come solitudine e isolamento sociale tramite percorsi in grado di mantenere l’autonomia. Per questo puntiamo con decisione sull’idea di persona anziana quale soggetto attivo”, spiega l’assessora al Sociale Laura Baldassare.

L’accesso alle nuove tipologie abitative sarà rivolto agli ospiti delle Case di Riposo capitoline, alle persone anziane in lista di attesa e agli anziani segnalati dai servizi municipali che, con apposita relazione, motivano il disagio e la necessità della soluzione alloggiativa temporanea.

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