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3 Luglio 2018

Regus, in Italia smart working per oltre il 50% dei lavoratori

di G.I.

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Il mercato italiano è sempre più smart working. Il dato è confermato da una recente ricerca condotta in Italia da IWG, gruppo primario di aziende fornitrici di spazi di lavoro flessibile, tra cui Regus e Spaces.

Più in dettaglio, dalla ricerca emerge il 56% degli intervista dichiara di lavorare abitualmente in un luogo diverso dalla sede principale dell’azienda, il 41% sostiene di utilizzare spazi di lavoro flessibili una volta alla settimana. Addirittura l’80% degli interpellati indica nel fattore produttività la chiave vincente del lavoro flessibile: lavorare in luoghi diversi rispetto al classico ufficio, sembra aumenti l’efficienza produttiva. Produttività che va di pari passo con la soddisfazione del lavoratore, che aumenta, per il 71%, lavorando da remoto.

“Regus sulla scia di questa tendenza, porta avanti un piano di crescita che testimonia una significativa accelerazione nel cambiamento delle abitudini di lavoro nel nostro Paese”, spiega Mauro Mordini, country manager di Regus in Italia, che aggiunge: “dalla ricerca emerge a gran voce, da parte di tutti gli attori coinvolti nella filiera, una richiesta sempre maggiore di lavoro flessibile. Anche se ancora spesso quando si parla di lavoro agile si tratta di lavoro da casa, penso che il punto di svolta non sia poi così lontano e presto parleremo di lavoro flessibile come della forma più utilizzata. In questo scenario ovviamente i cambiamenti nella tecnologia e nella digitalizzazione hanno favorito la richiesta di servizi on demand, con le imprese che tendono sempre più a esternalizzare le attività non core”.

Da non trascurare, tra i motivi che depongono a favore del lavoro flessibile, anche gli aspetti legati ai costi di gestione degli uffici, l’ottimizzazione dei costi, la riduzione dei tempi improduttivi legati al pendolarismo e, laddove gli utilizzatori sono nuove imprese e start up, il minor rischio legato agli investimenti iniziali.

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