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29 Settembre 2023

Prologis, logistica e urban art: all’Interporto di Bologna il primo nucleo di un museo a cielo aperto

di red

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L’arte urbana si sta affermando come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, frutto di commissioni pubbliche o private, il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità.

Le opere di urban art realizzate all’Interporto di Bologna su commissione di Prologis si inseriscono in questo contesto e si pongono l’obiettivo di rendere i grandi spazi e magazzini luoghi più confortevoli ed esteticamente appaganti per quanti vi lavorano, promuovendo la socializzazione e la condivisione.

In occasione della tavola rotonda tenutasi al MAMbo - Museo di Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna, dal titolo “L’Urban Art e la rigenerazione dei luoghi”, è stata ufficialmente presentata l’opera di Joys, “Panorama vibrante”, realizzata sulla facciata di un edificio per la logistica. L’opera occupa 2.000 mq di superficie.

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di Lorenzo Balbi, Direttore MAMbo; Ilaria Bonacossa, Storica dell’arte, curatrice e direttrice del MNAD – Museo Nazionale di Arte Digitale di Milano; Lucrezia Calabrò Visconti, Capo curatrice della Pinacoteca Agnelli; Pier Luigi Sacco, Professore di Economia all’Università di Chieti-Pescara con la moderazione di Valentina Tosoni.

A dare inizio ai lavori, i saluti istituzionali di Elena Di Gioia, Delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana.

L’opera murale di Joys costituisce insieme ad altri tre grandi lavori realizzati dagli artisti Moneyless, Etnik e Zed1 il nucleo di quello che in futuro potrà diventare un vero e proprio museo di urban art a cielo aperto fruibile 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Prologis: “Sotto la direzione artistica di Enrico Sironi in arte HEMO abbiamo promosso all’Interporto di Bologna il nostro terzo intervento di urban art in Italia dopo quelli ai parchi logistici di Lodi e Romentino. Qui abbiamo voluto arricchire l’esperienza di lavoro delle persone realizzando prima un centro sportivo e poi un importante nucleo di opere di arte urbana che intendiamo alimentare nel tempo. Mi auguro che il nostro esempio volto a valorizzare gli artisti e a promuovere il benessere psicologico delle persone che lavorano all’Interporto di Bologna possa essere seguito da altri “mecenati” dell’urban art per giungere alla realizzazione di un museo di arte urbana a cielo aperto. Punto di incontro tra le comunità locali e luogo di lavoro che, a sua volta, potrebbe trasformarsi ospitando anche molte altre forme d’arte”.

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