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17 Settembre 2020

Ma quanto rende il debito di Cassa Depositi e Prestiti?

di Maurizio Cannone, direttore Monitor

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Cassa Depositi e Prestiti, si sente ripetere come un mantra, investe il risparmio degli italiani raccolto da Poste Italiane. Ma forse non è proprio così, o almeno non solo così. I fondi per operare arrivano da diversi canali e il risparmio postale ne è solo una parte, forse quella trattata peggio. Facciamo un po’ di chiarezza senza entrare troppo nei dettagli tecnici ma con esempi lampanti.

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Ieri sul Sole 24 Ore un articolo parlava, in esclusiva, di un fondo da 500 mln per acquistare hotel 4 e 5 stelle in difficoltà a cui CDP sta lavorando. A parte diverse inesattezze, prima tra tutte il fatto che non esista alcuna delibera di CDP per un progetto di questo tipo, forse servirebbe ricordare a tutti che il bilancio di Cassa Depositi e Prestiti per ora non rientra nel perimetro pubblico. Guai a noi italiani se gli interventi della Cassa dovessero entrare nei conteggi del debito pubblico italiano. Perché i fondi per effettuare le operazioni arrivano dal mercato e potrebbero essere un giorno considerati debito non investimenti. Ecco, forse allora è meglio non stuzzicare l’Europa sul tema. Tanto che l’attacco dell’articolo “Difendere i gioielli dell’ospitalità italiana prima che cadano in mani straniere”, difficilmente difendibile come attività di un’azienda privata, ha fatto infuriare anche un esperto di bilanci come Oscar Giannino che così ha commentato sui social.

Ma quanto rende il debito di CDP, dicevamo. Solo due giorni fa è stata collocata sul mercato, senza passare dalle Poste, una nuova emissione di bond, 750 milioni di euro, scadenza 2028. I sottoscrittori sono, come da comunicato dell’azienda, 180 investitori il 76% dei quali esteri. Rendimento 1,07% l’anno. Un momento favorevole pensando che lo scorso aprile le nuove emissioni avevano dovuto pagare lo 0,20% in più. Visto che CDP si è approvvigionato al di fuori del risparmio postale, non è azzardato aspettarsi che i piccoli risparmiatori italiani possano avere un rendimento se non migliore almeno equivalente. Vediamo allo sportello cosa offre Poste Italiane. Prendiamo come esempio la più classica delle forme di risparmio: il Buono Fruttifero Postale, quello dedicato ai minori, quello che si può incassare al compimento del 18° anno d’età. È un prodotto che ha fatto la storia nazionale, nel quale venivano depositati piccoli importi durante gli anni con la speranza di consegnare ai figli un gruzzoletto per l’avvenire. Bene, la scheda prodotto “Buono Fruttifero Postale Dedicato ai Minori di Età” disponibile presso gli sportelli postali, tra i punti a favore elenca: Garantito dallo Stato, Sottoscrivibile e rimborsabile senza costi, Aliquota fiscale agevolata del 12,50% sugli interessi, Emesso da CDP e collocato da Poste Italiane, Intestabile a minori di età fino ai 16 anni e mezzo.

Con queste premesse, e ricordando che i bond di due giorni fa sono stati collocati con un rendimento dell’1,07% annuo fino al 2028, andiamo a verificare quanto incassa il piccolo risparmiatore postale. Ipotizzando la scadenza per approssimazione (compimento del 18° anno d’età del beneficiario) al 30-11-2027 la tabella, alla voce rendimento annuo effettivo lordo a scadenza, riporta 1,25%. Meno lo 0,20% se il libretto supera i 5.000 euro di giacenza, meno il 12,50% di tasse sull’utile, il rendimento si riduce poi allo 0,50% se si ritira il deposito prima del compimento del 18° anno d’età. Zero rendimento se si ritira prima dei 18 mesi dall’apertura del libretto.

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