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Il picco di ordini per le opere edilizie si incrocia con il caro energia e la difficoltà a reperire i materiali, la cui mancanza potrebbe portare al blocco dei cantieri. Tra ciò che non si trova, anche i componenti per fabbricare il cemento.
Lucio Greco, amministratore delegato di Holcim, azienda attiva nella produzione di cemento: “La loro mancanza impatta sulla nostra attività sia direttamente sia indirettamente, in quanto ha effetti sull’industria delle costruzioni nel suo complesso. Utilizziamo anche materiale da riciclo che ci renderebbe indipendenti dalle importazioni e dal caro materiali, le alternative non mancano, ma resta irrinunciabile l’ammoniaca, che deriva dall’urea, e che importiamo per gran parte dall’Ucraina e dalla Russia. Lo stesso accade con il solfato ferroso. Sono entrambi correttivi ambientali del cemento irrinunciabili. In entrambi i casi la produzione più importante è proprio in Ucraina e ora, oltre a costare dieci volte di più, sono materiali dei quali c’è fortissima scarsità”.
L’impatto negativo non è dovuto unicamente al costo e alla reperibilità dei materiali necessari alla produzione. La scarsità della carta dovuta ai costi di energia, ad esempio, sta riducendo la disponibilità di sacchi per il confezionamento del cemento.
Un altro comparto in crisi è quello dei trasporti. “La logistica - continua Lucio Greco, secondo quanto riportato da "La Provincia di Como" - costituisce in prospettiva un grande problema per la nostra azienda, fino a ora il Governo non ha fatto molto per i trasportatori in difficoltà, per l’aumento del carburante. C’è un rischio davvero alto per l’impatto negativo che potrebbe avere un blocco dei trasporti sulle aziende e in particolare per la vendita del cemento e il ricevimento dei materiali.
L’approvvigionamento e anche la spedizione dei prodotti avviene per il 90% su gomma. Abbiamo ragionato sulla possibilità del treno ed è nostra intenzione implementare questa possibilità sulle lunghe distanze dalla Svizzera riceviamo il clinker attraverso un sistema misto treno e gomma, ma la sola rotaia non è efficiente per le distanze brevi, come sono quelle della maggior parte delle nostre consegne”.
Con i recenti decreti, il Governo ha garantito all’industria una riduzione del costo dell’energia del 20% sotto forma di credito di imposta per il primo semestre del 2022 ma l’ulteriore impennata dei costi ha vanificato la misura, portando i margini operativi ad azzerarsi e ponendo nuovamente il comparto del cemento di fronte al rischio chiusura.
Fra le misure strutturali allo studio vi è quella dell’Electricity Release che metterebbe a disposizione delle imprese l’energia rinnovabile a un costo competitivo. “Questo beneficio - conclude Lucio Greco - consentirebbe al settore del cemento di investire nelle energie rinnovabili come fotovoltaico ed eolico riconvertendo gli oltre mille ettari di cave esaurite di cui il settore dispone”.
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