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29 Gennaio 2025

Ha più di 39 anni il mutuatario medio in Italia

di Red

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Kiron, società di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, ha approfondito il profilo dei soggetti mutuatari per comprendere quali siano le caratteristiche di coloro che si muovono sul mercato. La rilevazione, riferita alla prima parte del 2024, prende in esame parametri quali area di provenienza, localizzazione in cui è avvenuta la stipula, età anagrafica e professione di coloro che hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le agenzie a marchio Kiron ed Epicas.

AREA DI PROVENIENZA

In Italia vengono finanziati principalmente cittadini italiani, infatti il 68,1% dei mutui è stato erogato a persone di origine italiana, ma stanno aumentando le percentuali degli stranieri: attualmente quasi il 12,8% è rappresentato da cittadini europei e 19,1% è rappresentato da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena, albanese e moldava, mentre la maggior parte dei non europei proviene dall'Asia, seguiti a breve distanza dai latinoamericani e dagli africani.

AREA EROGAZIONE MUTUO

Osservando l'area in cui i soggetti hanno stipulato il mutuo, si evince che la maggiore concentrazione è nella macroarea settentrionale con il 61,7%. Seguono a molta distanza Italia Meridionale e Italia Centrale con valori rispettivamente del 15,3% e del 15,9%. Solo il 7,1% sottoscrive un mutuo nelle isole.

ETÀ ANAGRAFICA

L'età media di chi ha sottoscritto un mutuo nel I semestre 2024 è 39,1 anni. L'analisi per fasce d'età mostra come sia la popolazione più giovane a fare un maggior ricorso al mutuo e, in generale, la percentuale decresce con l'aumentare dell'età. C'è una leggera preponderanza dei 35-44enni rispetto agli under 35: la prima fascia incide per il 34,7%, quella più giovane pesa invece il 37,0%.

PROFESSIONE

Dall'analisi della professione del mutuatario emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. La caratteristica identifica l'86,2% del campione (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati), a fronte del 9,7% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (liberi professionisti/lavoratori autonomi e titolari d'azienda) e del 2,7% di lavoratori a tempo determinato.

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