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9 Maggio 2022

Gruppo Carron: nel 2021 utile in crescita a 9,8 mln

di E.I.

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Il Gruppo Carron chiude il 2021 con un utile netto del bilancio consolidato pari a 9 milioni e 800 mila euro, in aumento del 10% rispetto all’anno precedente.

L’Ebitda sale a 16,5 milioni di euro, +6% rispetto al 2020, l’Ebit a 14,7 milioni di euro, +13% rispetto all’anno precedente.

Il portafoglio lavori registra 835 milioni di euro (nel 2020 erano 826 mln).

Il 2021 ha visto il completamento di molteplici commesse. Partendo dal Veneto, il Gruppo ha concluso la costruzione del polo H Campus a Roncade (H Farm) e l’opera di restauro di Palazzo Roccabonella a Padova; in Trentino-Alto Adige ha completato gli alloggi di Via Resia a Bolzano e la Casa di Cura S. Josef a Merano. Ha completato la costruzione di due RSA, una per non autosufficienti a Torino, e una nel pavese, a Torrevecchia Pia. Nel ferrarese ha portato a termine un progetto edilizio in Comacchio mentre nel mantovano ha curato la riqualificazione della variante di Guidizzolo.

Contestualmente, il Gruppo ha chiuso nuove commesse tra cui due opere di ristrutturazione e riqualificazione edilizia nel cuore di Milano, due presidi socio-sanitari assistenziali rispettivamente in Lombardia (Varese) e nelle Marche (Fermo), un’opera di riqualificazione in Siena, da riconvertire in Residenza Turistica Alberghiera e altrettante opere di costruzione in Trentino Alto Adige aventi per oggetto anche la Caserma Cantore di San Candido. 

Marta Carron, vicepresidente del Gruppo: “Non possiamo che essere soddisfatti della chiusura dell’esercizio 2021: un risultato ottimo raggiunto grazie all’impegno, al sacrificio e alla tenacia di tutta l’Azienda, a cui va il nostro ringraziamento. Considerando il portafoglio lavori e le nuove commesse acquisite, anche le previsioni per il 2022 erano assolutamente rosee. Purtroppo, fattori esterni come il folle aumento dei prezzi delle materie prime (parliamo del +30-35% su progetti peraltro già messi a budget), e l’enorme difficoltà nel reperirle secondo i tempi previsti, stanno di fatto obbligandoci a rivedere quanto pianificato. Il problema maggiore, per il nostro settore così come per tutti i comparti industriali caratterizzati da una lunghissima filiera, è l’incertezza in cui stiamo nuovamente operando e che auspichiamo venga in qualche modo interrotta”.

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