"Da tempo sosteniamo la necessità di alcuni correttivi al nuovo Codice degli Appalti -esordisce Carla Tomasi, Presidente della Federazione FINCO - ed abbiamo cercato di condensare al massimo le diverse criticità che andrebbero urgentemente corrette, riscontrando venerdì scorso la consultazione preannunciata dal Ministro Salvini in occasione dell'incontro con le principali categorie interessate del 1° luglio scorso.
In primo luogo abbiamo rappresentato direttamente al Ministro e ribadito nel nostro contributo che occorre sciogliere definitivamente il palese contrasto tra la doverosa attenzione alla qualità delle opere e all'ottimale allocazione delle risorse pubbliche da un lato nonché alla tutela della sicurezza in cantiere dall'altro con la illogica previsione normativa che tuttora consente la possibilità di qualificarsi per l'esecuzione di opere pubbliche con i lavori svolti da altri. Se non si pone rimedio a quanto sopra è poi inutile insistere sull'applicazione forzosa di determinati contratti, parlare di formazione, predisporre patenti a punti o a crediti e piangere lacrime di coccodrillo in caso di incidenti. Vorrei paradossalmente, ma forse più chiaramente, far riflettere sul fatto che se si organizza una sala operatoria non si diventa per questo chirurghi.
Un altro aspetto che va assolutamente affrontato riguarda in particolare l'articolo 119 sul subappalto in relazione al quale FINCO ritiene necessario assimilare le SIOS (opere superspecialistiche) alla categoria prevalente e predisporre un contratto di subappalto tipo volto a tutelare i subappaltatori ed i subcontraenti anche sotto il profilo dei pagamenti, onde l'inadempimento della soddisfazione dei medesimi decorra chiaramente, e senza incertezze, dal non rispetto della data di pagamento concordata.
Nella consultazione abbiamo altresì evidenziato - continua Tomasi - alcune preoccupazioni relative a storture in termini di trasparenza e limitato controllo sui costi derivanti dall'applicazione dell'istituto dell'appalto integrato. Analoga preoccupazione desta la solidarietà in termini di rischio per gli assuntori di lavori scorporabili nei raggruppamenti temporanei di impresa 'verticali', nell'ambito dei quali non vi è rapporto fra l'impresa in raggruppamento ed i diversi fornitori.
Vi è poi il tema dell'avvalimento che, secondo una logica non condivisibile e frontalmente in contrasto con l'attitudine alla qualità delle opere, renderebbe ora possibile oggetto di avvalimento anche le lavorazioni cosiddette superspecialistiche, le citate SIOS. Si ritiene in proposito invece assolutamente necessario che le stazioni appaltanti identifichino quali sono i compiti essenziali che l'aggiudicatario deve eseguire in proprio (se non si vuole creare un sistema di soli appaltatori-intermediari, talvolta vere e proprie scatole vuote).
Prudenza andrebbe anche espletata a proposito dei cosiddetti 'subappalti a catena' limitandone l'applicabilità alle sole categorie per le quali essa era già prevista nel previgente Regolamento, senza coinvolgere in questa possibilità ulteriori specializzazioni.
In ultimodue puntualizzazioni di carattere trasversale che sembrerebbero logiche ed ovvie ma che invece dobbiamo registrare essere necessario ribadire in ogni occasione:
1. Non può essere la stazione appaltante a decidere del Contratto Collettivo che l'appaltatore deve applicare, ledendo gravemente una delle poche libertà tuttora residue in capo all'iniziativa imprenditoriale. Qui non c'entrano nulla i contratti pirata, che vanno ovviamente combattuti; si tratta di scegliere i contratti adeguati per le lavorazioni da svolgere.
2. La revisione prezzi è un meccanismo che deve essere garantito a tutta la filiera, quindi anche a subappaltatori e subfornitori, salvo non vi siano accordi migliorativi ad hoc con gli appaltatori.
Il tempo è poco e le criticità non sono davvero indifferenti tenuto anche conto di alcuni correttivi che occorrerà prevedere per determinati settori specifici.