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19 Ottobre 2023

Fimaa chiede nuova normativa per accedere alla professione di agente immobiliare

di red

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La categoria degli agenti immobiliari deve essere sempre più specializzata e non improvvisata. Per questo serve che il Governo attui un’opportuna modifica alla normativa sull’accesso alla professione. Così Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario di Fimaa, si rivolge al ministero delle Imprese e del Made in Italy affinché tuteli maggiormente il consumatore, il mercato e l’intero comparto.

Con un documento presentato all’on. Marcello Coppo, membro della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, Pezzetta ricorda che il MIMIT, così come richiesto dalla Commissione Ue, è impegnato nell’individuazione di percorsi alternativi ulteriori a quelli esistenti per accedere alla professione di agente immobiliare ma che – sottolinea il vicepresidente vicario – è stata imboccata la strada sbagliata.

L’accesso, secondo Fimaa, dovrebbe infatti essere garantito attraverso un corso di formazione, o un praticantato professionale di 12 mesi unito, però, ad una formazione teorica, oppure un idoneo titolo universitario, in ogni caso, con una verifica finale del livello di preparazione acquisito, certificata da un soggetto super partes come le CCIAA.

Inoltre, il MIMIT prevede che il tutor presso il quale poter svolgere il periodo di praticantato debba essere iscritto nel RI o nel REA da almeno tre anni. Per la Federazione, invece, è necessario un periodo di almeno cinque o dieci anni.

Secondo la Fimaa, per evitare una “mercificazione del praticantato”, è necessario stabilire che ogni tutor possa seguire un solo soggetto per volta. Il praticantato deve essere di almeno 20 ore settimanali con un programma ben articolato, seriamente frequentato e certificato, come già previsto per altre figure professionali.

La Federazione chiede, inoltre, che si possa accedere alla professione oltre che con il percorso attuale che prevede il corso di formazione e gli esami presso la CCIAA competente e quello che potrà derivare dal praticantato, anche attraverso un idoneo titolo universitario. A prescindere da quale percorso abbia scelto, per la Fimaa il candidato dovrà comunque superare un esame per appurare che abbia maturato le competenze necessarie a esercitare la professione. La prova, tuttavia, dovrà essere graduata sulla base del percorso formativo, professionale e di pratica svolto dall’aspirante agente immobiliare.

Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario di Fimaa: “Questa richiesta di prevedere una idonea preparazione, una reale competenza e un aggiornamento professionale continuo rappresenta una fondamentale esigenza che una professione importante e delicata come questa esige, a tutela prima di tutti del consumatore che mette in ballo, il più delle volte, i risparmi di una vita”.

Nel suo pacchetto di proposte, Fimaa chiede anche di:

-ripristinare l’incompatibilità tra le professioni di agente immobiliare e mediatore creditizio;

-consentire agli agenti immobiliari di iscriversi anche nella Sezione IV del REA per colmare una lacuna normativa laddove si va a vendere un immobile attraverso la cessione di quote o azioni societarie;

-cancellare l’obbligo di indicare negli atti notarili il compenso percepito dagli agenti immobiliari, e di sostituirlo con la sola indicazione degli estremi della fattura elettronica, per garantire ancor meglio la lotta all’evasione e per rispettare le disposizioni dettate dalla normativa sulla privacy.

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