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14 Maggio 2020

Confindustria Alberghi, stato di crisi per un settore devastato

di G.I.

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"Il protrarsi della crisi sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende. Chiediamo il riconoscimento dello stato di crisi con misure immediate, ma che accompagnino le imprese anche nei prossimi mesi nel lungo percorso verso il ritorno ad un equilibrio economico". E' Confindustria Alberghi così a rivolgersi nuovamente al governo. Le imprese, infatti,scrive nella seconda lettera all'esecutivo in pochi giorni, sono avvolte "in un quadro di assoluta incertezza, che vede il settore alberghiero completamente fermo con più del 96% dei lavoratori in cassa integrazione".

 

E la bozza del Dl Rilancio, se confermata, denuncia ancora Confindustria Alberghi, "avrà ripercussioni gravissime e permanenti per imprese e lavoratori".

 

Se modifiche radicali, dunque, "non sarà possibile riaprire le strutture", prosegue sollecitando misure "per traghettare le aziende almeno fino alla fine dell'anno".

 

A cominciare da un credito d'imposta anche per imprese con immobili in proprietà e superamento del limite alla deducibilità fiscale degli interessi sulla base del reddito lordo. E poi lo stralcio delle imposte relative a Imu anche a favore di tutti i proprietari di immobili che in caso di locazione potranno riconoscerlo a sconto degli affitti, Tari e Tasi e concessioni demaniali per tutto il 2020; ammortizzatori sociali disponibili almeno fino a tutto il 2021;misure specifiche per il costo del lavoro sia per i lavoratori stagionali che per i dipendenti fissi almeno fino dicembre 2021.

 

Ma la lista è lunghissima: soluzione urgente per sollevare i datori di lavoro dalla responsabilità civile e penale in caso di infezione da Covid di un dipendente; revisione della soglia inserita di 5 milioni di fatturato per i contributi a fondo perduto che di fatto lascia fuori molta parte delle imprese del settore; interventi sulla liquidità, indispensabili per la sopravvivenza del settore; revisione del Fondo ''turismo'' misura vaga e inutile considerata la dotazione irrilevante stanziata e infine rivalutare il Bonus vacanza che, cosi come ipotizzato, risulta assolutamente inutile. 

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