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Bankitalia: si arresta la crescita dei tassi sui nuovi mutui (Report)
di red
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Dopo mesi caratterizzati da continui aumenti, a luglio si arresta la corsa dei tassi di interesse sui nuovi mutui. Continuano invece a salire i tassi sul credito al consumo che sfondano la soglia del 10%. Parallelamente, la dinamica del credito erogato all'economia reale da parte delle banche continua a indebolirsi. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dalla Banca d'Italia nella pubblicazione "Banche e moneta: serie nazionali".
A luglio, i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, o Taeg) si sono attenuati al 4,58%, dal 4,65% di giugno.
Il tasso analogo (Taeg) sulle nuove erogazioni di credito al consumo è salito al 10,48%, dal 9,03% nel mese precedente. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,09%, quasi analoghi al 5,04% nel mese precedente, quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,50%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,85%.
I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,76% (0,72 nel mese precedente).
A luglio i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell'ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali sono diminuiti del 2,3% sui dodici mesi, accentuando la dinamica di riduzione rispetto al -1,7% del mese precedente.
I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,3% sui dodici mesi (erano cresciuti dello 0,2% nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4% (-3,2% nel mese precedente). I depositi del settore privato sono diminuiti del 6,5% sui dodici mesi (-4,3% in giugno); la raccolta obbligazionaria è aumentata del 17,5% (16,1 in giugno).
Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "Bene. Si interrompe, almeno per ora, la corsa al rialzo dei tassi si interesse, destinata però a riprendere se la BCE deciderà nuovi aumenti dei tassi di riferimento. Gli effetti della politica monetaria restrittiva della BCE, comunque, sono oramai dispiegati, come dimostra la caduta dei prestiti al settore privato, -2,3% nei dodici mesi. Scendono sia i prestiti alle famiglie, -0,3%, sia quelli alle società non finanziarie, -4%. Un effetto negativo sulla crescita come dimostra l'ultimo dato Istat sul PIL. Se la spesa per abitazioni non fosse scesa nel secondo trimestre del 3,4% sul trimestre precedente ma fosse rimasta allo stesso livello, il PIL sarebbe sceso su base congiunturale solo dello 0,2% e non dello 0,4% come invece si è verificato".
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