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9 Dicembre 2024

Assoimmobiliare: allarme sul decreto Botteghe Storiche

di Red

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Assoimmobiliare lancia l'allarme: a rischio la valorizzazione del patrimonio immobiliare e l'attrattività del settore.

"Il decreto legislativo introduce elementi distorsivi del mercato che rischiano di pregiudicare l'attrattività del nostro Paese per gli investitori immobiliari, di limitare la circolazione dei beni immobili e di pregiudicarne il valore". Questo l'allarme lanciato da Davide Albertini Petroni, Presidente di  Assoimmobiliare in relazione allo schema di decreto legislativo cosiddetto "Botteghe storiche" che, all'articolo 5, prevede che i gestori di attività commerciali, botteghe artigiane ed esercizi pubblici storici abbiano diritto di prelazione sui locali nei quali esercitano l'attività economica nel caso in cui venga messo in vendita l'intero complesso immobiliare in cui l'attività è svolta.

"L'art. 5 impone delle ingiustificate limitazioni al diritto di proprietà del locatore e la nostra Associazione - sottolinea Albertini Petroni - ha manifestato forti perplessità ai Ministeri proponenti, con lettere indirizzate al Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, al Ministro delle Imprese Adolfo Urso, alla Ministra del Turismo Daniela Santanchè e al Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. Abbiamo sottolineato le molteplici criticità connesse, in primo luogo, alla difficoltà di determinare in concreto il prezzo di acquisto dei locali, che nei casi di prelazione previsti dalle norme oggi vigenti è sempre definito per relationem dalla proposta negoziale di terzi. Nel caso delle vendite in blocco, la proposta di terzi riguarda l'intero complesso immobiliare e ciò rende impossibile isolare il valore della singola unità, alterando le dinamiche dell'operazione di compravendita e ritardandone la conclusione, finanche a metterla a repentaglio con grave danno per la proprietà".

Secondo Assoimmobiliare, "si impongono vincoli eccessivi sulla proprietà senza, peraltro, introdurre obblighi corrispondenti per i conduttori e i gestori delle attività, che conservano la facoltà di modificare, cedere o chiudere l'attività storica, vanificando in tal modo le stesse finalità del decreto legislativo. Il rischio è che il diritto di prelazione, strutturato in questa maniera, venga esercitato dai conduttori a mero fine di lucro, spingendo i proprietari di immobili a risolvere al più presto tutti i contratti di locazione con titolari di botteghe storiche, con l'effetto paradossale di danneggiare chi si vorrebbe tutelare.

"La norma - prosegue Albertini Petroni - crea anche una forte discriminazione fra proprietari di immobili nei quali non è presente un esercizio commerciale storico e proprietari di immobili che includono tali esercizi, che vedrebbero vincolata la propria libertà di vendita e di autonomia contrattuale. E non bisogna trascurare il danno che la norma genererà anche allo Stato e agli Enti Pubblici quali proprietari di immobili che contengano botteghe storiche, che vedrebbero pregiudicati i propri diritti sulla valorizzazione, peraltro in una fase di rinnovata iniziativa per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico".

"Prevediamo l'insorgere di numerosi contenziosi se una disposizione così sbilanciata a favore di una sola parte verrà approvata - conclude il Presidente Albertini Petroni. Peraltro, anche a prescindere da ogni nuova norma, le botteghe o gli esercizi davvero 'storici' possono già oggi essere tutelati mediante la costituzione di un vincolo ai sensi del Codice dei Beni Culturali. Chiediamo, dunque, al Governo un intervento immediato a tutela del settore, del Paese e dello stesso Stato e degli Enti pubblici".

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