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18 Dicembre 2023

Assofin-CRIF-Prometeia: mercato del credito in sofferenza, segnali positivi per il 2024

di red

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Le famiglie chiedono meno mutui e prestiti e di importi più bassi, i finanziatori stanno più attenti ai criteri da adottare prima di erogarli. La conseguenza è inevitabile: il mercato del credito continua a dare segnali di sofferenza, o quanto meno di eccessiva prudenza. È quanto emerge dal rapporto elaborato dall’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.

Il valore dei mutui immobiliari alle famiglie consumatrici nei primi nove mesi dell’anno è in decisa contrazione (-9,8%). Infatti, le difficoltà dei mutui con finalità di acquisto, che vengono penalizzati dall’aumento dei tassi di riferimento e dal permanere di un elevato livello dei prezzi medi delle abitazioni, non sono compensate dalla forte ripartenza delle surroghe, in aumento del 56,8% tra gennaio e settembre 2023.

Nel dettaglio, i flussi di mutui per acquisto abitazione hanno proseguito il trend già iniziato a fine 2022 di progressiva contrazione (-40,5% rispetto ai nove mesi 2022), evidenziando anche una decisa diminuzione dell’importo medio erogato. Si conferma, quindi, la forte correlazione tra credito e andamento delle compravendite immobiliari residenziali che, in un contesto di rallentamento della crescita dei prezzi delle abitazioni, segnano un calo dei volumi (-11,8% rispetto ai 9 mesi 2022). Il progressivo innalzamento dei tassi di interesse ha riportato le famiglie verso le operazioni di surroga, al fine di ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile.

Nel contesto di stagnazione generale, la dinamica degli indicatori relativi alla qualità del credito presenta una stabilizzazione della rischiosità nei primi nove mesi dell’anno, e il tasso di default del credito alle famiglie, pari all’1,2%, rimane lievemente sopra i minimi storici del 2022.

Lo studio di Assofin-Crif-Prometeia ha esaminato anche i dati relativi al credito al consumo. I flussi, dopo il buon avvio nel primo trimestre del 2023, annullano la propria crescita nel secondo e nel terzo trimestre, chiudendo ai nove mesi con una variazione appena positiva (+2,3%). Un contributo positivo deriva dalla componente “green”, che ha potuto ancora beneficiare degli ecobonus governativi per la riqualificazione energetica degli immobili.

Dopo la battuta d’arresto del 2023, con il progressivo miglioramento del potere di acquisto delle famiglie, i flussi di mutui per acquisto abitazioni torneranno a crescere dal 2024, sostenuti anche dalla maggiore sensibilità di domanda e offerta verso la componente green. Anche i flussi di credito al consumo, sostenuti a fine 2023 dalla sola componente del finalizzato, torneranno a crescere pure nel comparto dei prestiti personali e della cessione del quinto. Nel complesso, l’espansione delle consistenze di credito sarà inferiore rispetto alle performance del biennio 2021-2022, anche perché la maggiore rischiosità attesa manterrà caute le politiche di offerta. In questa direzione vanno le raccomandazioni degli organi di vigilanza, che sollecitano gli operatori a mantenere alta l’attenzione su prestiti per acquisto abitazioni e credito al consumo.

Il rallentamento atteso del ciclo economico, la maggior incidenza degli oneri finanziari sui redditi delle famiglie e il venir meno delle misure di mitigazione introdotte dall’inizio della pandemia porteranno ad un peggioramento della qualità del credito fin dai prossimi trimestri, più evidente per quelle famiglie che hanno stipulato finanziamenti a tasso variabile e a minor reddito, che tuttavia sono una quota esigua sulla popolazione.

Si conferma, tuttavia, uno scenario in cui, nonostante i maggiori rischi, il livello dei tassi di default non tornerà a quelli registrati nelle precedenti fasi di crisi. Questo perché il debito delle famiglie è in prevalenza a tasso fisso e le attente politiche di offerta hanno via via generato coorti di prenditori di migliori qualità rispetto al passato. Inoltre, l’ampia liquidità accumulata in passato, in particolare nel periodo Covid, garantisce ancora un “cuscinetto” di ricchezza potenziale per far fronte alle prime criticità, che però andrà progressivamente a esaurirsi nel corso del tempo. In questa fase di tassi più elevati, peraltro, molti operatori hanno anche orientato le famiglie verso scelte di indebitamento più sostenibili attraverso la rinegoziazione dei contratti, volta ad allungare i tempi di rimborso e ad alleggerire la rata favorendo la qualità del credito complessiva. Inoltre, a partire dal 2025, con il consolidamento della crescita del reddito disponibile e il lento rientro dei tassi di interesse, le difficoltà di rimborso si ridurranno migliorando gradualmente la qualità del credito.

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