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14 Marzo 2023

Amundi: no rischio sistemico dal fallimento di SVB, ma serve attenzione

di onica Defend, Head of Amundi Institute, Vincent Mortier Group CIO, Matteo Germano Deputy Group CIO

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Il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) e le banche regionali statunitensi sotto pressione: il fallimento della SVB è il terzo dopo quello della Signature Bank e della Silvergate Bank ed è il più grande fallimento bancario dalla crisi finanziaria del 2008, visto che la SVB è la 16a banca statunitense per dimensioni. Il fallimento è dovuto principalmente a un disallineamento tra attività e passività, che ha comportato la materializzazione di perdite derivanti dalla vendita di obbligazioni di qualità i cui prezzi erano scesi a causa dell'aumento dei rendimenti nell'ultimo anno.

L'intervento della Fed 

La Fed è intervenuta a sostegno della liquidità creando un programma di finanziamento a termine per le banche per offrire prestiti (fino a un anno) a prestatori che offrono a garanzia titoli di alta qualità come titoli di stato USA (UST), titoli obbligazionari di agenzie governative e titoli garantiti da ipoteca. Queste attività saranno valutate alla pari. Anche se ci vorrà un po' di tempo per ripristinare completamente la fiducia verso il sistema, l'annuncio è un passo importante in questa direzione.

Reazione del mercato

I mercati obbligazionari sono stati estremamente volatili, con movimenti straordinari del rendimento a 2 anni che ha registrato il maggior calo in un giorno dal 1982. Anche i mercati azionari hanno ceduto, soprattutto nel settore bancario, pure in Europa dove riteniamo che il movimento sia dovuto principalmente a prese di profitto dopo la forte performance di inizio anno.

Perchè riteniamo che non ci sia un rischio sistemico: pur essendo una circostanza negativa per il mercato, il fallimento di SVB rappresenta più una storia idiosincratica che un problema sistemico. Rispetto alla crisi di Lehman, SVB non fa uso di leva finanziaria, non ha una grande esposizione ai derivati e non ha ramificazioni globali rilevanti.

Tuttavia, questo evento mette in evidenza la necessità di valutare con attenzione gli effetti ritardati dell'aumento dei tassi, in particolare quando si tratta di istituzioni finanziarie di importanza non sistemica e di altre istituzioni finanziarie non bancarie, per le quali non c'è una regolamentazione rigorosa.

View sul settore bancario

A partire dalla Grande Crisi Finanziaria, le grandi banche sistemiche sono ben capitalizzate e molto regolamentate. Nel complesso privilegiamo le grandi banche rispetto alle piccole.

Soprattutto in Europa, il settore è in condizioni migliori rispetto a quelle della crisi precedente e non vediamo rischi, come quelli a cui è esposto il settore bancario regionale statunitense, grazie a una migliore gestione del rischio di duration e requisiti normativi più stringenti.

L'effetto sulle banche potrebbe essere maggiormente legato alla loro traiettoria degli utili, che è l'elemento su cui ci focalizziamo al momento. Complessivamente, questo evento rafforza la necessità di fare selezione e diversificare tra banche.

Possibile impatto sulla politica della Banca Centrale

Pur ritenendo che la Fed rimarrà impegnata nella lotta all'inflazione, dovrà anche valutare l'impatto dell'attuale crisi e le sue potenziali ricadute, poichè lo scenario macro rimane fragile e la valutazione complessiva non e' facile dato l'effetto ritardato delle azioni politiche sull'economia. L'inasprimento delle condizioni finanziarie derivante dalla crisi della SVB potrebbe portare a una Fed meno aggressiva di quanto previsto solo una settimana fa e potrebbe costringere la BCE a rivedere il percorso della propria politica. Tuttavia, i movimenti del mercato sono stati estremi e riteniamo che non sia il momento di contrastare la Fed, poichè l'inflazione rimane un fattore chiave da tenere d'occhio.

Posizionamento generale sugli investimenti 

Nel complesso confermiamo una posizione prudente, poichè l'inversione della curva dei rendimenti suggerisce che potrebbero iniziare a manifestarsi alcune criticità. Rimaniamo cauti per quanto riguarda l'azionario e il credito high yield, con un approccio diversificato a livello regionale, compresa l'esposizione all'azionario cinese, che sembra più isolato dall'epicentro delle recenti turbolenze.

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