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2 Dicembre 2017

La svolta

di Luigi dell'Olio, Monitorimmobiliare

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L’ultimo tassello sta per essere completato. La ripresa del mercato immobiliare procede e, dopo i segnali positivi arrivati negli ultimi tempi dalla logistica e dagli investimenti, si avvicina la svolta anche per il residenziale. Il Rapporto Nomisma presentato nei giorni scorsi segnala il positivo andamento delle compravendite, che a fine anno si attesteranno a quota 545mila. Certo, siamo ancora sotto di oltre un terzo rispetto ai massimi del 2006, ma intanto continua la risalita anno dopo anno, tanto che non si può più parlare di rimbalzo dopo la lunga crisi, ma è evidente il trend di ripresa.

Anno in crescita

Dopo la variazione annua del +16% per gli acquisti registrata a fine 2016, si stima un ulteriore progresso nell’ordine del +5%, con un +5,5% per il segmento abitativo e uno modesto (+2,2%) per l’ambito terziario e quello commerciale.

Passando alle locazioni, Nomisma rileva un crescente ottimismo da parte degli agenti interpellati; il settore è trainato dalla domanda di locazioni brevi (temporanee), da parte di lavoratori in mobilità sul territorio oltreché di giovani (per motivi formativi o esigenze lavorative).

L’offerta di immobili in vendita e locazione si conferma rilevante e ovunque in crescita, salvo per l’ambito della locazione residenziale, dove il quadro appare più stabile e Nomisma non esclude possibili cali nel prossimo semestre.

Per l’istituto bolognese, in caso di aumento della cultura della locazione come scelta di residenzialità, si porrebbe il problema di un’offerta esigua e spesso di scarsa qualità, acuito dal perdurante modesto interesse degli investitori istituzionali per il comparto.

Prezzi vicini al cambio di passo

Nomisma rileva come per effetto della pressione della domanda “i prezzi risultino in media ormai prossimi all’invarianza”. Per questa ragione i cambiamenti registrati potrebbero indurre la componente d’investimento -pressoché scomparsa dal mercato al dettaglio – “a riattivarsi”.

La ricerca evidenzia come il ritorno in territorio positivo della variazione dei prezzi, per ora circoscritto al solo ambito milanese, sia destinato ad ampliarsi conferendo così “ulteriore slancio alla ripresa”.

Terreno da recuperare

Per quantificare la perdita di valore capitale degli immobili, fatto 100 il prezzo medio delle abitazioni nuove nel 2008 nella media dei 13 mercati, a fine 2017 tale valore è sceso a 77, con una flessione del 23% (estremi della graduatoria sono Milano con -17% e Firenze con -29%); rispetto agli uffici l’arretramento è giunto a 74, per un arretramento del 26% (con Cagliari che presenta il minore arretramento con -21% e Venezia terraferma che invece registra il gap più pesante, -32%). In ultimo i negozi, la cui riduzione media è stata del 22%, con agli estremi Venezia città con -17% e Venezia terraferma con -30%.

Considerando invece i tempi medi di vendita e locazione, Nomisma stima che occorrano in media 6,5 mesi per alienare un’abitazione e 3 mesi per affittarla; nonostante la riduzione in atto i tempi medi di vendita risultano essere tuttora più elevati di 1,5 mesi rispetto ai livelli pre-crisi.

Passando al segmento uffici e negozi, i tempi medi di assorbimento si attestano rispettivamente a 9 e 9,5 mesi, ossia nettamente sopra i minimi dello scorso decennio (3,4 mesi per gli uffici e 3,3 per i negozi).

Le interviste

Andrea Goldstein, chief economist Nomisma
“L’economia italiana sta uscendo dalla crisi più lunga della sua storia repubblicana. C’è una serie di segnali che indicano chiaramente che la ripresa è in corso: quest’anno dovremmo chiudere con il Pil in progresso dell’1,5%. Anche gli indicatori anticipatori che riguardano sia le famiglie, che le imprese fanno ben sperare, così i dati sulle vendite di automobili e quelli inerenti il comparto immobiliare. La sfida è consolidare la crescita, che dovrebbe proseguire allo stesso ritmo attuale anche nel corso del 2018. Il problema principale rimane la vulnerabilità dei nostri conti pubblici, a causa dell’enorme debito pubblico, che è peggiorato ulteriormente negli ultimi anni. L’altro grande problema del nostro Paese è la crescita lenta della produttività: su questo fronte si è allargata la forbice con gli altri Paesi. Paghiamo un livello di competenze dei lavoratori italiani più basse rispetto ad altri mercati: mi riferisco non solo agli operai, ma anche ai manager e alla classe politica. Inoltre è difficile aprire nuove attività economiche, così come per le banche recuperare i crediti. Insomma ci sono diversi segnali di preoccupazione, anche se molto è stato fatto negli ultimi anni: penso ad esempio al Jobs Act e alla Buona Scuola. Non resta che andare avanti in questa direzione”.


Elena Molignoni, responsabile osservatorio sul Mercato Immobiliare Nomisma
“L’indice di performance costruito da Nomisma tende a fornire un’indicazione di sintesi sullo stato di salute del mercato italiano. Quello che emerge è un ritorno in positivo dell’indice delle abitazioni per un numero significativo di mercato come Milano, Bologna, Firenze e Roma. Il cambio di rotta c’è stato ed è evidente, anche se molto resta ancora da fare, soprattutto sul segmento degli immobili per l’impresa, che resta ancora debole”.

Luca Dondi dall’Orologio, amministratore delegato Nomisma
“Finalmente il mercato immobiliare restituisce segnali positivi, che tenderanno a rafforzarsi nei mesi a venire. Il traino maggiore arriva da Milano, che di solito anticipa i trend nazionali. Ci aspettiamo un ulteriore miglioramento della situazione, con prezzi stabili nel 2018 e il ritorno alla crescita dal 2019”.

Gualtiero Tamburini, presidente Quorum Sgr-Gruppo Sorgente
“I segnali che arrivano da Nomisma confermano la sensazione che già avevamo come operatori, come gestori del settore immobiliare. Nel 2007-08 vi è stato un crollo, seguito da un’ulteriore frenata nel corso del 2011. Oggi finalmente il cambio di rotta c’è, anche se occorre che si consolidi nel tempo”.

Stefano Magnolfi, executive director Crif Real Estate Services 
“Dai nostri dati emerge una frenata nelle richieste di mutuo dovuto all’affievolirsi della domanda di surroghe. Da parte delle banche, invece, c’è ancora grande disponibilità a finanziare l’acquisto immobiliare. Stiamo a vedere come evolve la situazione dell’addendum richiesto dalla vigilanza della Bce, che potrebbe introdurre sistemi penalizzanti per le banche”.

Simone Roberti, head of research Italia Colliers international
“Il mercato corporate offre segnali molto positivi in Italia, e soprattutto a Milano. Quanto alla Brexit è ancora presto per capire quali ricadute avrà sul mercato italiano, anche se al momento il capoluogo lombardo non è tra le città europee più gettonate da chi si appresta a lasciare Londra. La sconfitta di Ema sicuramente pesa, ma in quel caso è stata una decisione politica”.

Fabio Guglielmi, direttore generale Santandrea Luxury Houses
“Il mercato del lusso vive una stagione di grande ripresa, davvero molto positivo. Sta vivendo una fase di forte crescita da parte della domanda e tempi di vendita che si sono particolarmente contratti. Milano e Roma sono le regine di questo mercato, ma segnali importanti arrivano anche da Firenze, Venezia e Napoli”.




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