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“Chi non può rientrare dal prestito non dovrebbe chiedere alle banche il finanziamento da 25mila euro anche se garantito dallo Stato. Il rischio altrimenti è quello di dare il via a una catena di fallimenti. La posizione di Daniele Vattermoli, direttore del master di secondo livello in Diritto della Crisi delle Imprese alla Facoltà La Sapienza di Roma, è netta. Le conseguenze post Coronavirus saranno pesanti in tutti i settori, immobiliare compreso, e la tentazione di ricorrere al prestito garantito dallo Stato sarà grande per molti imprenditori travolti da una crisi di liquidità.
La scelta del Governo
Per affrontare questo tipo di situazione il Governo aveva due alternative: La prima era ricorrere a finanziamenti a fondo perduto garantiti dalla collettività. Non è però una strada semplice perché significherebbe collettivizzare le perdite e lo Stato non ha la bacchetta magica che produce denaro.
Ritengo più sensata la strada scelta dall'esecutivo, il passaggio attraverso gli istituti di credito e l'erogazione di un finanziamento con garanzia statale all'80 per cento, a patto che sia percorsa dai richiedenti con i principi di ragionevolezza, prudenza, perizia, diligenza, buona fede e correttezza che devono sempre caratterizzare l'attività imprenditoriale. Oggi più che mai occorre riferirsi alle clausole generali per evitare che la crisi di alcuni settori e di alcune fasce d’imprese si trasformi, paradossalmente, in una pandemia economica.
I suggerimenti alle imprese
Debbono accedere ai nuovi canali di finanziamento solo se ritengono, secondo una valutazione ragionevole, di poter restituire i capitali presi a prestito. Anche se non v’è alcuna deroga ai criteri di corretta amministrazione imprenditoriale soprattutto, non vi sono eccezioni al dovere di protezione nei confronti dei creditori che incombe sul debitore. L’aggravamento del dissesto, per effetto di comportamenti non ispirati, appunto, al criterio di corretta amministrazione imprenditoriale, non può non esporre l’amministratore della società a responsabilità, tanto civili quanto penali.
In altre parole la prospettiva di poter usufruire della garanzia pubblica potrebbe innescare un fenomeno di moral hazard che spinge gli amministratori a giocarsi il tutto per tutto, anche quando sarebbe ragionevole non aumentare la leva, rendendo così concreto il rischio di depauperamento patrimoniale a danno sia dei contribuenti, nei limiti delle perdite associate all’escussione della garanzia nei confronti dello Stato, sia dei creditori anteriori, per via del risk altering determinato dal fresh money. Oltre che dei creditori successivi, che potrebbero essere indotti a prestare credito all’impresa decotta, in virtù dell’apparenza di solvibilità generata dal finanziamento garantito. L’effetto domino è dietro l’angolo.
Le nuove professionalità necessarie alle imprese
Per far fronte a questa crisi economica saranno quindi ancora più necessarie professionalità come quelle che si formano, da sette anni a questa parte, al master diretto da Vattermoli che l’Università La Sapienza organizza e che è rivolto a studenti e professionisti che già lavorano nel mondo economico e giuridico ma che si vogliono anche specializzare nel delicato settore della crisi d'impresa.
Al master insegnano 90 docenti, per un totale di 300 ore di lezione. “Si tratta di un autentico master universitario. Ci tengo a specificarlo perché si usa la definizione di ‘master’ con molta leggerezza ma in realtà andrebbero definiti come tali soltanto quei corsi che rilasciano un titolo universitario, equiparato ad una laurea”. Il master si tiene da febbraio a novembre, con discussione della tesi a gennaio. L’emergenza Covid 19 ha spinto a incrementare la didattica a distanza, modalità di erogazione che sarà ulteriormente sviluppata nella prossima edizione per favorire la fruizione delle lezioni, che si svolgono il venerdì e il sabato, anche a chi risiede lontano da Roma.
Il corso è realizzato insieme all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed ha come main sponsor Deloitte Legal, che ci sostiene con borse di studio. Partner del corso è anche IT Auction, società specializzata nella liquidazione di beni immobiliari e strumentali tramite aste online, che in particolare si è occupata in questo caso di curare gli strumenti comunicativi del master tra cui la realizzazione del sito masterdci.it “La partnership con le realtà aziendali – spiega Vattermoli - è per noi molto preziosa: oltre alla grande professionalità dei nostri partner, i manager di queste società collaborano fattivamente con noi, tenendo anche lezione agli studenti. Il fondatore di IT Auction, Renato Ciccarelli, terrà una lezione a giugno”.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Studentati e rigenerazione urbana, lo student housin
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