Secondo un sondaggio condotto da Wikicasa, oltre il 70% dei proprietari sarebbe disposto a passare dal canone libero al canone concordato. Questo cambiamento, incentivato dalle agevolazioni fiscali, rappresenta una valida alternativa agli affitti brevi, garantendo una gestione più semplice, una maggiore stabilità per gli inquilini e un contributo importante al riequilibrio del mercato abitativo.
I dati del canone concordato mostrano un mercato in evoluzione
Per comprendere l'importanza delle nuove misure, basta prendere in esame i dati sulle locazioni a canone a Milano, dove nel luglio 2023, il Comune ha introdotto notevoli miglioramenti nella formula del canone concordato. Le locazioni a canone concordato sono passate dalle 1.922 (3,71% del totale) del 2022 a sfiorare le 3.000 unità nei primi tre trimestri del 2024 (8,18%), con un totale previsto che si aggira intorno alle 4.200 unità, registrando un +118% nel giro di soli due anni.
Allo stesso tempo, Roma mostra una flessione per quanto riguarda questa formula di locazione, registrando un -18,80% nello stesso intervallo temporale, in cui il Comune ha deciso di non rivedere le soglie previste dagli accordi territoriali, ritenendole già vantaggiose per i proprietari di casa. A Roma, infatti, le locazioni a canone concordato hanno sempre superato il 50% del totale delle locazioni negli ultimi 3 anni. Tuttavia, gli affittuari capitolini hanno spostato la loro attenzione verso formule di locazione sempre più flessibili e dinamiche come l'affitto transitorio, al fine di non perdere l'opportunità di affacciarsi sul mercato degli affitti brevi in periodi con elevato flusso turistico.