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27 Ottobre 2023

Schroders: aspettiamoci dalla Bce un taglio dei tassi nel 2024

di red

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Sui tassi di interesse, la prossima mossa della Banca centrale europea “sarà probabilmente un taglio, forse nel 2024. La data e l'entità del taglio dipenderanno dai progressi compiuti per riportare l'inflazione verso il target”. È il commento di Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders, alla scelta operata ieri dalla Bce di non inasprire ulteriormente la politica monetaria e di lasciare il tasso di riferimento fermo al 4,50%, dopo dieci rialzi consecutivi.

Secondo Zangana, questa decisione “è stata presa in risposta all'indebolimento dell'economia dell'Eurozona, dato che i produttori devono fare i conti con la debolezza della domanda interna ed esterna, mentre anche le società di servizi segnalano un rallentamento dell'attività”.

Anche il tasso d'inflazione “si è notevolmente moderato negli ultimi mesi”, osserva ancora, “scendendo da un picco del 10,6% su base annua a ottobre 2022 al 4,3% nell'ultimo dato rilasciato a settembre. Gran parte di questo calo è stato causato dall'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia dello scorso anno, che è venuto meno nel confronto annuale dei prezzi. Si prevede un ulteriore calo dell'inflazione, ma la presidente della Bce Christine Lagarde suggerisce che persistono rischi di un'inflazione più elevata”.

Sebbene non vi sia alcuna indicazione che ulteriori aumenti dei tassi siano fuori discussione – continua Zangana – “il linguaggio utilizzato suggerisce che la Bce dovrebbe vedere un significativo deterioramento delle prospettive di inflazione. In effetti, la decisione di mantenere i tassi invariati era ampiamente attesa dai mercati finanziari”.

Guardando avanti, conclude l’esperto di Schroders, “la prossima mossa sarà probabilmente incentrata sul bilancio della Bce e sul ritmo della riduzione delle misure di supporto. Le pressioni al rialzo sui rendimenti obbligazionari degli ultimi tempi sono state imputate a fattori esterni, ma è chiaro che la Bce continua a tenere d'occhio la capacità dei Paesi, in particolare dell'Italia, di finanziarsi in modo sostenibile e ordinato”.

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