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1 Luglio 2019

Milano-Cortina 2026, una nuova Expo che vale oltre 4 miliardi

di G.I.

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Olimpiadi 2026, ha vinto la coppia Milano-Cortina. Il progetto della combinazione tra dinamismo della metropoli e fascino delle Dolomiti è stata vincente e ha aperto la porta del successo alla candidatura Milano-Cortina per le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali 2026 (6-22 febbraio e 6-15 marzo). Un progetto che punta sulla sostenibilità, con costi stimati per 1.3 miliardi di euro (400 milioni a carico del Cio), con ricadute economiche positive sul Pil per 2.3 miliardi secondo uno studio de La Sapienza, con possibilità di ricavi fino a 3 miliardi di euro, secondo un'analisi della Bocconi, solo per Milano e la Lombardia, con un valore aggiunto di ulteriori 1,2 miliardi. Importanti anche i riflessi per il mondo del lavoro, con 22mila occupati in più dal momento dell'assegnazione dei Giochi fino al 2026.

Insomma, una nuova Expo, che però durò 6 mesi contro i 17 giorni della prevista durata dell'Olimpiade; con ricadute anche per le casse statali: un rapporto elaborato dalla Sapienza fissa in 602 milioni di euro gli introiti per l'erario, a fronte dei 415 milioni che dovranno essere stanziati per sostenere i costi legati alla sicurezza.

I conti sembrano dunque essere dalla parte di chi questa duplice candidatura (sarebbe stata a 3 senza il forfait di Torino) l'ha fortemente voluta: tornando allo studio della Bocconi, infatti, per ogni euro investito (la Lombardia mette a disposizione complessivamente 321 milioni) ne 'torneranno' 2,7, con un vantaggio totale di 868 milioni.

Per quanto riguarda invece le aree destinate a subire un profondo rinnovamento e una totale riqualificazione, basterebbe ricordare (oltre ai lavori allo stadio San Siro deputato a ospitare la cerimonia inaugurale) la trasformazione dell'ex Scalo di Porta Romana dove sorgerebbe il Villaggio olimpico che diventerà poi un campus residenziale per studenti universitari: 1.100 posti letto su una disposnibilità complessiva di Milano che oggi è di poco superiore ai 6.000.

Le Olimpiadi saranno comunque a basso costo, perchè verranno utilizzati in gran parte strutture già esistenti, a impatto (quasi) zero sul territorio e con un rapporto costi/ricavi positivo per il sistema Italia. Gli investimenti in infrastrutture sono stimati in 346 milioni di euro senza investimenti massicci per le reti stradali e le comunicazioni. Una impegno non elevatissimo, dunque, ma le nuove regole del Cio che hanno consentito la candidatura congiunta di più territori hanno permesso di utilizzare in gran parte impiantistica già esistente. Molto del resto lo faranno i privati, come nel caso del Pala Italia a Santa Giulia, Milano. Un progetto esistente a prescindere dall'assegnazione dei Giochi.

Gli altri due villaggi (Livigno e Cortina) saranno realizzati, invece, con prefabbricati che sono destinati ad essere poi destinati alla ricollocazione in giro per l'Italia nella gestione delle emergenze (terremoti, inondazioni e così via). A Livigno resteranno 300 posti letto permanenti che ospiteranno un centro d'allenamento d'elite e verranno destinati a residenza per lavoratori stagionali provenienti da fuori.

I centri stampa e l'IBC (il luogo dove si raccoglie il cuore della produzione televisiva delle Olimpiadi) verrà ospitato nel polo fieristico di Rho-Pero: non c'è problema di spazio e nemmeno di raggiungibilità essendo a due passi dalla zona Expo già infrastrutturata in occasione delle'evento del 2015.

Nessuna criticità nemmeno per la parte alberghiera. Milano, la Lombardia, Cortina e il Veneto vivono anche di turismo 365 giorni all'anno e già oggi possono garantire una disponibilità di 87.000 camere di cui un terzo a disposizione dell'organizzazione. Il resto sarà per i tifosi e per chi ruoterà intorno all'Olimpiade.

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