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12 Giugno 2025

Italia: il costo dell'elettricità è sempre il più caro d'Europa

di Red

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Nei primi quattro mesi del 2025 il prezzo dell'elettricità in Italia ha toccato i 136,2 euro/MWh, il valore più alto tra i grandi Paesi UE, superando di molto Germania (112,5 euro/MWh), Francia (94,5 euro/MWh) e Spagna (80,9 euro/MWh). Di fatto, il divario tra i prezzi dell'elettricità in Italia e Spagna è del +68% a danno del nostro Paese. Il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso dipende dal prezzo della fonte marginale utilizzata nella generazione di elettricità, che nel caso italiano risulta spesso essere rappresentata dal gas naturale. Nel mix italiano di energia primaria tra il 2021 e il 2023 l'utilizzo di gas naturale si è ridotto in misura elevata (-5,1 p.p.), compensato da un lato da un ridotto aumento della copertura delle rinnovabili (+0,9%), che hanno raggiunto il 20,5% del mix energetico, dall'altro da un incremento del petrolio di 3,6 p.p., segno di una transizione ancora incompleta.

Questi elementi suggeriscono che l'obiettivo di ridurre le emissioni non può basarsi unicamente sull'aumento della quota di energia pulita, ma deve passare necessariamente anche per una diminuzione assoluta dei volumi energetici utilizzati. È in questa direzione che si gioca la sfida della transizione: non solo sostituire fonti, ma anche ripensare la scala dei consumi. "Ridurre la domanda - attraverso misure di efficienza, riorganizzazione dei processi produttivi e cambiamenti nei comportamenti individuali - è la via congiunta per abbattere in modo strutturale le emissioni climalteranti. Solo così sarà possibile diminuire la dipendenza dai combustibili fossili e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050", afferma Massimiliano Parco.

Queste tra le conclusioni del report "Energia e Transizione in Italia e in Europa" di Rome Business School, a cura di Francesco Baldi; Massimiliano Parco; Valerio Mancini.

Secondo Eurostat, nel 2023 il 35,4% del mix energetico italiano era ancora coperto dal gas naturale, quasi il triplo rispetto alla Francia (13,1%) e ben sopra Germania (25%) e Spagna (21,7%). Il petrolio ha raggiunto il 36,7%, segnando un incremento di +3,6 punti percentuali rispetto al 2021. Le rinnovabili sono cresciute di appena +0,9 punti. Nel 2023 oltre il 65% delle emissioni complessive dell'UE-27 è stato generato da cinque Stati membri: Germania, Italia, Francia, Polonia e Spagna.

Tra il 2005 e il 2023 l'Italia ha ridotto le emissioni di gas serra di oltre il 35%, ma il ritmo si sta rallentando. Stime indicano una flessione del -3% per il 2024. Nel 2023 i settori energia, manifattura e costruzioni sono stati i principali responsabili delle emissioni italiane. Il settore dei trasporti incide per un ulteriore 28,2% delle emissioni italiane.

Nel 2023 l'Italia ha importato il 74,8% dell'energia consumata. La Spagna si è fermata al 68%, la Germania al 66%, mentre la Francia ha limitato la propria dipendenza al 45% circa. Nonostante il calo dei consumi del -25% rispetto al 2005 l'autosufficienza resta lontana. "Questo divario significa che tre quarti del fabbisogno energetico nazionale italiano dipende da fornitori esteri", afferma Francesco Baldi.

A fronte di una produzione rinnovabile ancora insufficiente nel 2023 pari al 44% della generazione elettrica l'Italia non ha saputo compensare la riduzione dell'import di gas con una crescita significativa delle fonti pulite. Questo significa anche essere costantemente esposti a oscillazioni geopolitiche e speculative.

La comparazione storica sottolinea il ritardo italiano anche sul fronte dell'autosufficienza: dal 2005 al 2023 la Germania ha aumentato la produzione rinnovabile del +8,4% medio annuo; l'Italia si è fermata a +5%. Tuttavia "In tutti i Paesi le fonti a basse emissioni faticano a diventare dominanti", afferma Francesco Baldi.

La transizione energetica europea si gioca su sei tecnologie chiave: fotovoltaico; eolico; batterie; veicoli elettrici; pompe di calore ed elettrolizzatori. L'Italia partecipa a questa corsa ma con numeri inferiori rispetto ai principali partner europei.

Sul fronte dell'idrogeno verde l'Italia punta a 5 GW di elettrolizzatori al 2030 contro i quasi 27 GW annunciati dalla Spagna. Anche nella mobilità elettrica nel divario si conferma: nel 2023 le auto elettriche hanno rappresentato meno del 10% delle immatricolazioni italiane contro oltre il 15% in Germania e Francia.

È anche importante guardare il contesto globale fortemente competitivo: l'Italia è già molto dipendente da fonti di energia estere ma non è la sola per quanto riguarda l'approvvigionamento di materiali e tecnologie per lo sviluppo di fonti rinovabili. Infatti la Cina detiene tra l'85% e il 98% della produzione mondiale di componenti per batterie solare pompe di calore ed elettrolizzatori.

Nel complesso l'Italia si trova in una condizione di fragilità strutturale ma anche di possibile rilancio. Colmare il divario con gli altri Paesi europei richiederà un'accelerazione netta rispetto all'attuale ritmo di crescita e una visione di lungo periodo. "La transizione energetica non è più una scelta ma una necessità competitiva," conclude Valerio Mancini.

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