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03 Ottobre 2024
7 Dicembre 2022
Fuga dalla Borsa: Delisting anche per Prima Industrie
di Maurizio Cannone, direttore Monitor
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Non si ferma, anzi, l’emorragia di aziende che lasciano la Borsa di Milano. Ultima in ordine di tempo, un marchio dell’immobiliare, Dea Capital. Quotazioni troppo basse rendono contendibili le aziende. Tentazione forte per i fondi d’investimento ma con una prospettiva per Piazza Affari di vedere sul listino solo aziende dell’area statale e microimprese dell’ex Aim che non trovano altre fonti di finanziamento. Come andrà a finire pare già delineato.
Oggi è il turno di Prima Industrie, protagonista negli anni Duemila con quotazioni stellari. Era l’epoca delle Dotcom e il titolo correva come Tiscali, anche se non ha nulla a che fare con la tecnologia (produce macchine per lavorazione lamiere). Prodigi dell’entusiasmo del parco buoi che investe in Borsa.
I fondi di private equity Alpha e Peninsula hanno rilevato il controllo di Prima Industrie e oggi lanciano l'offerta pubblica d'acquisto obbligatoria sul restante 39,3% del capitale del gruppo torinese. Il corrispettivo offerto è di 25 euro. L'operazione è promossa da Femco Technologies, veicolo controllato pariteticamente dai due fondi. Il corrispettivo offre un premio pari al 0,96% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 6 dicembre 2022 pari a 24,76, il premio è del 35,82% rispetto all'ultima seduta di Borsa (11 luglio) precedente all'annuncio delle manifestazioni vincolanti promosse dai fondi. "L'offerta è finalizzata ad acquisire l'intero capitale sociale dell'emittente e, conseguentemente, a conseguire il delisting nel contesto dell'offerta medesima" riporta una nota dell’azienda.
A seguito del perfezionamento dell'operazione di passaggio del controllo aziendale ai fondi e delle dimissioni di alcuni amministratori, il cda ha cooptato quali consiglieri Giovanni Negri, Nicola Colavito, Edoardo Mario Lanzavecchia, Francesca Cirrincione (indipendente) e Barbara Poggiali (indipendente). La nuova struttura di governance prevede il mantenimento nel ruolo di presidente esecutivo di Gianfranco Carbonato e l'indicazione di Giovanni Negri come amministratore delegato.
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