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8 Novembre 2018

L'Ue taglia le stime del Pil, Italia ultima per crescita nel 2019

di G.I.

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La Commissione europea rivede le previsioni di crescita dell'Italia, indicando per il 2018 un PIL in aumento dell'1,1% contro il +1,3% indicato nelle stime di primavera e il +1,5% stimato dal Governo gialloverde. Secondo la Commissione Ue, l'anno prossimo l'Italia sarà il Paese con la crescita più bassa in Europa e il secondo Stato membro con deficit e debito più alti. Nelle previsioni di autunno l'esecutivo Ue, invece, ha deciso di rivedere al rialzo la stima del PIL per il 2019 all'1,2% dall'1,1% mentre per il 2020 indica un +1,3%.
 

"Dopo una crescita solida nel 2017 l'economia italiana ha rallentato nella prima metà di quest'anno per l'indebolimento dell'export e della produzione industriale. Una ripresa degli export e una maggiore spesa pubblica sosterranno la crescita moderatamente ma l'associato rischio nel deficit, assieme ad interessi più alti e considerevoli rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione dell'alto debito", spiega Bruxelles. 
 

Inoltre la Commissione Ue ha rivisto al rialzo le stime sul deficit italiano: nel 2018 all'1,9% dall'1,7% indicato nelle stime di primavera, nel 2019 al 2,9%. Nel 2020 il deficit è visto sopra il 3%, al 3,1%.
 

Il rapporto deficit/Pil dell'Italia è visto balzare nel 2019 al 2,9% (2,4% le stime dell'esecutivo italiano) per arrivare al 3,1% nel 2020. Per il 2018 si stima un deficit dell'1,9%.
 

"A causa del deterioramento del bilancio, unito ai rischi al ribasso sulla crescita, l'alto debito italiano rimarrà stabile attorno al 131% su tutto il periodo delle previsioni" cioè 2018, 2019 e 2020. 

Passando alla zona Euro, secondo le previsioni la crescita dovrebbe rallentare, passando dal livello più elevato degli ultimi 10 anni del 2,4% nel 2017 al 2,1% nel 2018 per poi scivolare all'1,9% nel 2019 e all'1,7% nel 2020. Analogo andamento è previsto per l'UE-27, con una previsione di crescita del 2,2% nel 2018, del 2,0% nel 2019 e dell'1,9% nel 2020.
 

Valdis Dombrovskis, vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali: "Tutte le economie dell'Ue sono destinate a crescere quest'anno e l'anno prossimo, il che porterà ad un aumento dei posti di lavoro. Tuttavia, l'incertezza e i rischi, sia interni che esterni, sono in aumento e iniziano a rallentare il ritmo dell'attività economica. Dobbiamo restare vigili e intensificare gli sforzi per rafforzare la resilienza delle nostre economie. A livello di Ue ciò comporta l'adozione di decisioni concrete sull'ulteriore rafforzamento della nostra Unione economica e monetaria. A livello nazionale, diventa ancora più urgente costituire riserve di bilancio e ridurre il debito, garantendo al tempo stesso che anche le fasce più vulnerabili della società possano godere dei benefici della crescita".

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