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20 Novembre 2023

Gabetti: mercato residenziale in contrazione nell’H1 2023

di red

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Scendono le compravendite di abitazioni nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. Secondo un report dell’Ufficio studi Gabetti, il mercato residenziale ha subìto una contrazione già annunciata dall’andamento dei tassi di interesse sui mutui. Il calo registrato è stato del -12% (-8% nel primo trimestre e -16% nel secondo), per un totale di 350.855 transazioni (dati Agenzia delle Entrate).

Se, però, si considera l’andamento del primo semestre negli ultimi 10 anni, quello del 2023 è in crescita del 26% ed è il terzo migliore del periodo subito dopo i semestri record del 2021 e 2022.

Tutte le maggiori città hanno segnato un trend negativo: in particolare Bologna ha registrato un calo del -23,3%, seguita da Bari (-22%), Milano (-20,0%), Padova (-18%) Roma (-16,5%), Firenze (-12,7%), Genova (-10,4%). Diminuzioni più contenute a Torino (-9,1%), Napoli (-6,1%), e Palermo (-4,6%).

Marco Speretta, direttore generale Gruppo Gabetti: “L’andamento delle compravendite conferma le aspettative degli operatori e mette in evidenza il momento attendista delle famiglie per l’acquisto delle abitazioni. Tuttavia, il rallentamento dell’inflazione e un possibile calo dei tassi di interesse nei prossimi mesi, suggeriscono che il mercato residenziale potrebbe manifestare segnali di ripresa nella seconda metà del 2024. Fermo restando che la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio sarà un driver fondamentale nel prossimo futuro”.

A livello di prezzi, il primo semestre 2023 ha visto una variazione media intorno al +0,3%, sostanzialmente stabile rispetto all’H2 2022. Variazioni più elevate si registrano per Bari e Palermo, entrambe al +1%, e Milano +0,9%.

I tempi medi di vendita nelle grandi città sono in lieve aumento, su una media di 4,3 mesi, rispetto ai 4,2 del secondo semestre 2022.

Nel primo semestre 2023, gli sconti medi tra prezzo richiesto dal venditore e prezzo di chiusura della trattativa per le grandi città sono appena in calo, passando dall’11,2% al 10,5%.

A settembre 2023, il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni era pari a 4,23% (2,05% a giugno 2022; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui, l’82,7% sono stati mutui a tasso fisso, (74,6% il mese precedente).

I finanziamenti per l’acquisto di abitazioni a famiglie consumatrici, nel primo semestre 2023, sono stati pari a 20,8 Mld di euro (-30% rispetto al primo semestre 2022). Il ticket medio è stato di 138.766 euro, più basso rispetto ai 156.613 euro del 2022.

Prevalgono i mutui di 25-30 anni, che insieme coprono il 74% delle richieste. Le richieste al di sotto dei 100.000 euro aumentano in termini di peso sul totale, rispetto al 2022, arrivando al 43% del totale. Quelle dai 101.000 ai 150.000 euro rappresentano il 41%. Diminuiscono, invece, le richieste di finanziamento di importo tra 151.000 e 200.000 euro, dal 26% del 2021 al 17% del primo semestre 2023.

Antonio Ferrara, amministratore delegato Monety: “L’aumento dei tassi di interesse lo avevamo visto e metabolizzato, ma dovremmo aver raggiunto il picco più alto. Ci aspettiamo, quindi, nella seconda metà del 2024 un ritracciamento verso il basso. Molti istituti di credito, oltretutto, stanno ampliando la loro offerta di mutui green per acquisto e ristrutturazione a tassi agevolati, questo consentirà per chi decide di investire su abitazioni di nuova generazione un accesso al credito con un tasso scontato”.

Le attese per il futuro – secondo l’Ufficio studi di Gabetti – rimangono comunque ottimistiche (a meno di sconvolgimenti dovuti all’improvvisa recrudescenza delle tensioni in Medioriente). L’inflazione, in questa prima parte del 2023, ha imboccato la strada della discesa con l’indice nazionale dei beni al consumo che dal 10% di gennaio 2023 è sceso all’1,7% dello scorso ottobre. Questo è dovuto prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale della componente volatile dell’inflazione (beni energetici) che passa dallo 0,7% di settembre 2023 a -2,4% di ottobre 2023. L’inflazione di fondo (il carrello della spesa) invece, rimane più elevata della componente volatile, se pur si registra anche qui un calo dal 4,6% di settembre 2023 al 4,2% di ottobre 2023.

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