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12 Maggio 2016

Consumo del Suolo: arriva il sì della Camera

di cas

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Sì dell'Aula della Camera al disegno di legge ddl sul contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato. I voti a favore sono stati 256, 140 i contrari, due gli astenuti. Il testo ora passa al Senato. Al voto finale i deputati M5S hanno esposto uno striscione con la scritta "basta bugie" e tante foto di abusi edilizi e di ecomostri. Per rimuoverli sono intervenuti i commessi.

Soddisfazione per il primo via libera al disegno di legge sul "Contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato", oggi alla Camera, è espressa dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. "L'Italia ha bisogno di questa legge - ha commentato il ministro Martina - anche per colmare un gap rispetto ad altri Paesi, tutelando la nostra agricoltura, conservando il paesaggio, che è uno dei nostri punti di forza assoluti, e stimolando anche l'edilizia di riuso e la rigenerazione urbana con il recupero di aree già occupate e strutture già esistenti. L'approvazione di oggi alla Camera è un passo concreto in avanti verso un provvedimento che attendiamo da troppo tempo. Andiamo avanti, in linea anche con gli impegni presi ad Expo con la Carta di Milano che richiama proprio i Governi a rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo".

  

"Un'occasione persa, un ennesimo favore alle lobby, uno dei tanti esempi che la maggioranza a parole dice una cosa e con i fatti agisce in senso contrario. Ecco che cos'è la legge sul consumo di suolo che la Camera ha approvato oggi". È il commento dei deputati del M5S della Commissione Ambiente. "Con la legge sullo stop al consumo di suolo volevamo mettere un freno e bloccare la cementificazione selvaggia ed inutile del nostro Paese. Come al solito, cercare di trovare una soluzione con la maggioranza è stato inutile - ha detto in Aula Masismo De Rosa, deputato M5S in Commissione e firmatario di una proposta di legge ad hoc - Dall'alto sono calate le modifiche e sono state inserite norme per cementificare più agevolmente le aree agricole. Siete riusciti a trasformare la legge che oggi votiamo in una legge che incentiva il consumo di suolo agricolo e deregolamenta la disciplina urbanistica per intere sezioni delle nostre città che definite aree di rigenerazione urbana".

Anche per Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea, il provvedimento è insoddisfacente. “La legge sul consumo del suolo licenziata dalla Camera non può lasciare soddisfatti: dopo due anni di dibattito e confronto era lecito attendersi un provvedimento più coraggioso, che lasciasse realmente intravedere un radicale cambio di prospettiva per la questione ambientale in Italia. Troppe le modifiche e le limature che sono state apportate al testo originario: ne scaturisce il solito compromesso al ribasso tipico della storia recente del nostro Paese. Difficile ipotizzare che nel passaggio al Senato il testo possa essere migliorato sensibilmente”.

“Ciò che lascia più perplessi – prosegue Simoncini – è il fatto che non si sia voluto vincolare in modo più stringente i Comuni a rendere più vantaggioso intervenire sul patrimonio edilizio esistente rispetto alla costruzione di nuovi fabbricati. Discorso simile per la semplificazione amministrativa e i meccanismi premiali per la rigenerazione, sui quali il Governo lascia troppo margine di manovra agli enti locali. In questo modo, contrariamente a quanto hanno scelto di fare tanti Paesi europei, le nostre città continueranno ad espandersi disordinatamente verso l’esterno, lasciando che interi quartieri storici decadano inesorabilmente e creando enormi periferie senza adeguati servizi e infrastrutture. Tralasciando le ambiguità riguardo ad alcune competenze, che potrebbero dare luogo a sovrapposizioni o contrapposizioni fra i vari livelli amministrativi, va stigmatizzata la decisione di non comprendere tra i fattori di consumo di suolo le miniere, le grandi opere della Legge Obiettivo o le strutture scolastiche e sanitarie. Troppe, inoltre, le eccezioni alla definizione di superficie agricola, con la conseguenza, ad esempio, che anche terreni che separano due insediamenti industriali potranno scomparire in favore dell’edificazione. Se non si capisce una volta per tutte che la cementificazione va drasticamente ridotta, l’Italia è condannata a sopportare con sempre maggiore frequenza gli effetti di politiche sciagurate. Ogni giorno viene consumata una quantità di suolo equivalente a quella della Città del Vaticano: un’enormità. Quasi il 90% dei Comuni è a elevato rischio di frane e alluvioni e addirittura 7 regioni e 51 province presentano un territorio a totale pericolosità idraulica. Ben 7 milioni di persone potrebbero trovarsi da un momento all’altro in condizioni di estrema insicurezza a fronte di fenomeni meteorologici di intensità leggermente superiore al normale. Per invertire la rotta ci vogliono provvedimenti legislativi ben più incisivi di quello appena varato”.

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