Nuove regole e più garanzie, sia per chi decide di affittare una casa vacanza, sia per il Fisco.
L’entrata in vigore del nuovo regolamento prevederà la tassazione secca al 21% e la registrazione in Regione per l’attività di host gestita tramite piattaforme digitali, quali Airbnb, nel Lazio.
Gli host, oltre alla dichiarazione alla questura, dovranno informare la Regione della propria attività con un’autocertificazione per poi ricevere un codice che dovrà essere pubblicato con l’annuncio online.
Matteo Stifanelli, country manager Italia di Airbnb: “ Il lavoro fatto dalla Regione con l’attuale regolamento è molto importante perché riconosce l’attività di house sharing che invece veniva negata dalle precedenti norme poi bocciate dal Tar e recepisce anche un orientamento dei romani che, in base a un nostro sondaggio, sono per l’81% favorevoli alle case vacanza”.
Riguardo la questione fiscale, sulla nuova imposta Airbnb ha espresso perplessità su eventuali tempi e modalità di riscossione della tassa che potrebbe concernere direttamente la società.
Airbnb anche per la prossima stagione ha confermato il suo business; gli host romani sono 14.700 e dal 1 aprile 2016 al 1 aprile 2017 sono state 1.185.000 le persone che hanno soggiornato a Roma attraverso la piattaforma digitale.
A livello nazionale, nel 2015, la community Airbnb ha contribuito a produrre un beneficio economico complessivo pari a 3,4 miliardi di euro, supportando decine di migliaia di posti di lavoro. La società, attualmente, per il servizio offerto incassa una commissione del 6-12%, variabile a seconda della lunghezza del periodo.
Una ricerca di Airbnb spiega chi siano gli host romani: persone comuni, con un reddito medio pro capite inferire ai 22 mila euro, che condividono la prima o la seconda casa per far quadrare il bilancio familiare.
I benefici riguardano anche il sistema turistico, queste soluzioni hanno infatti attirato nuovi visitatori che si sono fermat più a lungo, hanno speso di più e hanno manifestato l’intenzione di tornare.
