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13 Dicembre 2023

Airbnb: 576 mln al Fisco per chiudere il contenzioso 2017-2021

di red

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Airbnb verserà all’Erario italiano 576 milioni di euro per chiudere il contenzioso in corso relativo agli anni fiscali 2017-2021. La piattaforma di affitti brevi ha spiegato in una nota di avere raggiunto un accordo in tal senso con l’Agenzia delle Entrate, di non avere intenzione di recuperare dagli host le ritenute fiscali per questo periodo e di proseguire “il confronto costruttivo con le autorità per quanto riguarda il periodo 2022-2023”.

Alla società erano stati sequestrati nel mese di novembre 779 milioni di euro dalla Procura di Milano per gli anni fiscali 2017-2021 per la mancata applicazione del decreto del 2015 in cui veniva imposto ad Airbnb di trattenere la cedolare secca del 21% sugli affitti. L’azienda ha visto respinti tutti i ricorsi presentati successivamente in Italia e in Europa.

Va anche ricordato che a ottobre il Consiglio di Stato aveva recepito le indicazioni della Corte di Giustizia europea e ribadito che anche i portali di prenotazione online sono chiamati a versare allo Stato la cedolare secca sugli affitti brevi, pari al 21%.

Dei 576 milioni che Airbnb verserà al Fisco, 353 milioni si riferiscono alle ritenute dovute e non versate, 174 milioni sono a titolo di sanzioni e 49 milioni è la parte relativa agli interessi. “L’importo – spiegano dalle Entrate – è stato determinato in seguito alla ricostruzione della base imponibile su cui la società avrebbe dovuto applicare la ritenuta del 21%”

Dal canto suo, Airbnb commenta in una nota che questo accordo “significa che possiamo concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane in materia di tasse, regole per le locazioni brevi e turismo sostenibile, a vantaggio degli host e degli ospiti. Ci sono migliaia di host in Italia. Oltre tre quarti di loro hanno solamente un annuncio; l'host tipico ha guadagnato l'anno scorso poco più di 3.500 euro. Circa un due terzi (59%) ha dichiarato che i proventi realizzati ospitando gli consente di arrivare a fine mese. Il 15% afferma di lavorare nella sanità, l'educazione o la pubblica amministrazione”.

Airbnb, infine, conferma di avere iniziato il percorso per conformarsi a DAC7, la normativa quadro europea sulla trasmissione dei dati fiscali da parte delle piattaforme digitali. La società sostiene di aver già informato gli host italiani di come questi cambiamenti si rifletteranno sulla loro attività tramite Airbnb e continuerà a chiedere loro le informazioni previste da DAC7 prima che queste vengano condivise con l'Autorità fiscale in Irlanda (dove Airbnb Ireland ha la propria sede) nel gennaio 2024, e successivamente all'Agenzia delle Entrate.

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