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Fidelity International: Mercati, l'impatto del conflitto Russia-Ucraina
di Salman Ahmed, Global Head of Macro and Strategic Asset Allocation, Fidelity International
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Avevamo adottato un atteggiamento prudente già dal 4° trimestre dello scorso anno e alla luce degli eventi probabilmente lo manterremo. I due rischi più estremi sono un’estensione del conflitto agli stati baltici, cosa che attirerebbe una reazione della NATO, e le interruzioni su larga scala dell'approvvigionamento energetico europeo, dato che il 40% del gas europeo proviene dalla Russia. I mercati energetici sono infatti il canale macro globale chiave e qualsiasi escalation si aggiungerà ai rischi di stagflazione. Le sfide che devono affrontare i responsabili della politica monetaria, specialmente alla Banca Centrale Europea, sono diventate significativamente più complicate con un altro shock dal lato dell'offerta che colpisce il sistema.
I mercati devono ora valutare come gli ultimi sviluppi influenzino le implicazioni macro a medio termine. La risposta dell'Occidente sarà fondamentale, dato che le sanzioni presentate fino ad ora sono state tiepide, nel migliore dei casi.
Su base tattica, la nostra allocation è orientata verso l'Asia, con un posizionamento sovrappeso rispetto al benchmark sulla Cina e sulle regioni ASEAN. Queste regioni hanno dei margini interessanti sulle valutazioni, grazie alle precedenti correzioni, alle politiche di sostegno e ai fondamentali economici, e sono relativamente ben isolate dalla situazione geopolitica.
Le prospettive per i prossimi 12 mesi potrebbero migliorare ulteriormente. Siamo ancora a metà del ciclo e c'è la possibilità che l'inflazione si moderi, permettendo alle banche centrali di essere più moderate. Tuttavia, i rischi a breve termine sono aumentati notevolmente, e molto dipenderà da come si svilupperà la situazione tra Russia e Ucraina. La gestione attenta del rischio nei prossimi mesi sarà fondamentale, con un focus sulla protezione dai ribassi e un attento monitoraggio dell'evoluzione di questa situazione dinamica e complicata.
Per ora rimaniamo sottopesati in attività di rischio per riflettere i crescenti rischi di stagflazione e geopolitici, ma seguiremo attentamente gli sviluppi della situazione e cercheremo di rientrare nel rischio se vedremo il momento giusto e l'opportunità di farlo a lungo termine.
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