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7 Settembre 2023

Vendite al dettaglio: il carovita preoccupa consumatori e imprese

di red

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Nel mese di luglio le vendite in valore al dettaglio sono salite dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,7% su base annua. A riportarlo sono gli ultimi dati resi noti dall’Istat.

"Il rialzo - ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori - è solo un miraggio dovuto all'inflazione. Gli italiani continuano a spendere di più per avere di meno. Se, infatti, si scorpora l'inflazione, le vendite in volume scendono sia su giugno 2023, -0,2%, che su luglio 2022, -4,5%. Per quanto riguarda quelle alimentari, il divario su base annua tra vendite in valore (+5,6%) e in volume (-4,7%), pari a 10,3 punti percentuali, è un precipizio. Una cura dimagrante forzata, con le famiglie costrette, per poter arrivare alla fine del mese, a tirare la cinghia e a mangiare di meno rispetto allo scorso anno".

I dati, per il Codacons, dimostrano ancora una volta l'impatto di caro-prezzi e inflazione sulla spesa degli italiani, con le famiglie che cambiano fortemente le proprie abitudini, acquistando sempre meno ma spendendo sempre di più. 

"Su commercio e consumi pesa il caro-prezzi e l'inflazione altissima sui beni primari che raggiunge il 10,1% sugli alimentari. Il peggio però - ha affermato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – deve ancora venire: i forti aumenti dei carburanti alla pompa rischiano di determinare una nuova fiammata dei listini al dettaglio nelle prossime settimane, con ripercussioni dirette sui consumi degli italiani. Per questo speriamo che il paniere anti-inflazione voluto dal Governo e che partirà ad ottobre possa determinare benefici sul fronte dei prezzi e aiutare le famiglie in difficoltà a mettere il cibo in tavola, e in tal senso ci attiveremo per verificare che il provvedimento sia realmente efficace e che le promesse di contenimento dei listini siano rispettate".

Anche secondo Confesercenti l'inflazione assottiglia i consumi, e il carovita continua a incidere sulle imprese del commercio e sulla spesa delle famiglie che continuano a spendere di più per acquistare di meno. A luglio le vendite al dettaglio sono aumentate del 2,7% in valore rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, a fronte di crollo (-4,5%) in volume. Una tendenza che, continua Confesercenti, “neanche i saldi estivi riescono a invertire, e che è particolarmente grave per le piccole imprese che, rispetto al luglio 2022, registrano un calo delle vendite anche in valore".

Confcommercio ha fatto notare che la stima delle vendite al dettaglio di luglio è coerente con la fase di rallentamento economico, fenomeno generalizzato in Europa. "La riduzione non è di intensità particolarmente rilevante e viene registrata dopo la revisione al rialzo del mese precedente, operazione, anche in questo caso, condivisa da tanti altri paesi europei. In Italia, il ridimensionamento della domanda è diffuso tra i prodotti, mentre, per quanto riguarda i canali, colpisce in misura più significativa le imprese di minori dimensioni".

"Se il dato puntuale non è allarmante - ha concluso Confcommercio - è invece preoccupante il quadro che si sta delineando mettendo a sistema gli indicatori congiunturali relativi a terzo trimestre. Sono declinati l'occupazione, la fiducia di famiglie e imprese e le vendite al dettaglio, dentro un quadro internazionale fattosi più cupo a causa di sporadici ma significativi segnali di rialzo dei corsi delle materie prime energetiche. Rispetto alle attese, potrebbe essere meno brillante lo stesso contributo del turismo. Sembra finita la spinta reattiva post-pandemica e il rischio di tornare a tassi di crescita dello "zero virgola" comincia a farsi molto concreto. Per l'anno in corso, lo stesso traguardo di una variazione del PIL all'1% è adesso in discussione". 

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