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26 Marzo 2025
La crisi non è uguale per tutti. Ci sono settori che anzi di questi tempi vedono aumentare gli utili. Come in tutte le crisi, peraltro. Stupisce però che alcuni settori in grande salute, per i bilanci almeno, non vengano neppure sfiorati dalla richiesta di rimborsi per servizi non goduti.
Perché nell’immobiliare non è proprio così. Qualsiasi proprietario, dal super fondo immobiliare al singolo investitore, in quest’epoca fa i conti con la richiesta di riduzione dei canoni di locazioni da parte del tenant, richieste che faranno sballare i bilanci. Che riguardi il grattacielo nel centro di Milano, oppure un negozio in un centro commerciale o ancora un semplice appartamento, tutti chiedono la riduzione dei canoni d’affitto. Nel caso di un ufficio perché i lavoratori sono in smartworking e quindi i 30 piani sono semideserti, per un ristorante perché di avventori neanche l’ombra, per l’inquilino a causa della sua riduzione di stipendio, quanto previsto alla voce incassi da locazione a inizio anno resterà un miraggio.
Ma non per tutti è così. Per esempio, le polizze infortuni per i dipendenti, quelle per responsabilità civile e mille altre sono attive comunque. Di rimborso da parte delle compagnie assicurative non se ne parla. Al limite si potrà non rinnovare ma il premio annuale ormai è pagato. Un fiume di miliardi, non pochi spiccioli.
Se questa immagine non è abbastanza chiara, proviamo con qualcosa che riguardi quasi tutti. L’assicurazione auto in Italia tocca a oltre 44.000.000 di mezzi secondo l’Isvass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. Il costo medio è indefinito, dato che riguarda la copertura obbligatoria RC e non comprende furto/incendio e altre protezioni. È verosimile pensare a un costo medio di 600 euro l’anno, poi ognuno guardi la sua polizza per farsi un’idea.
Bene, la scorsa primavera abbiamo avuto un lockdown durato 61 giorni. A parte i servizi d’emergenza e i mezzi impiegati per attività vitali, l’auto l’abbiamo lasciata tutti parcheggiata lo stesso per camion, moto, autobus privati e ogni altro mezzo a motore. Salvo qualche chilometro di tanto in tanto per fare la spesa. Senza intenti scientifici abbiamo tutti insieme pagato qualcosa come almeno 4 miliardi di euro (50 euro/mese per 61 giorni) per un servizio che non abbiamo goduto. E che nessuno ci renderà. E che nessuno pensa neanche di andare a chiedere. Almeno non risultano barricate in Parlamento sul tema. Salvo qualche compagnia che al rinnovo offre un periodo di copertura aggiuntivo, nel silenzio generale è passata anche questa. Quattro miliardi mal contati sono davvero tanti e, se è troppo pensare che tornino nelle tasche degli intestatari, potrebbe almeno ben integrare i fondi stanziati per il supporto a lavoratori, famiglie e imprese. Quanti incidenti ci saranno stati? Quanti furti?
Per fortuna oggi, altrimenti sembrerebbero tesi populiste sostenute da patetici anziani residenti alla periferia di una provincia sperduta del nord Italia, arriva una dichiarazione sul tema da parte di UnipolSai.
Il suo DG Matteo Laterza: “I rami auto e salute hanno beneficiato del lockdown ma è prematuro valutare oggi gli effetti per il 2021 e il 2022, dobbiamo capire come evolverà il comportamento degli italiani in tema di mobilità. Possiamo affermare che le assicurazioni sui danni hanno beneficiato di questa fase nel breve termine mentre nel lungo periodo serve una valutazione più analitica”. Le assicurazioni quindi confermano di aver avuto beneficio, non quantificano ma rimandano al 2022 per dare indicazioni più precise. E nessuno che alzi la mano per chiedere rimborsi o fare in modo che in futuro non accada di nuovo. Le assicurazioni sono davvero potenti.
E visto che siamo nuovamente in lockdown, e il conto a nostro carico salirà ancora, facciamocene una ragione. Consideriamole donazioni al santo protettore degli automobilisti. Paghiamo perché non esistono paladini, o forse meglio dire rappresentanti, che si facciano carico del tema. Troppo pericoloso andare contro le assicurazioni.
Però qualche valutazione la possiamo abbozzare. In campo immobiliare, piccolo episodio, si è affacciata come sponsor della Serie A di calcio una piccolissima azienda. Si chiama Facile Ristrutturare, di mestiere ristruttura appunto, ed è lo sponsor del Bologna Calcio. Coi pochi mezzi a disposizione ha creduto nella sua attività e ha scelto questo strumento di comunicazione.
Bravi e facciamo il tifo per voi, oltre che per il grande Bologna. Ce la faranno, gli sforzi saranno ripagati? Visti i tempi sarà faticoso, sicuramente non facile. Nella foto la presentazione del nuovo sponsor nella sala del Bologna Calcio. E poi ci sono i grandi, per i quali le cose comunque andranno bene. Sempre in Serie A, la Juventus ha uno sponsor addirittura dello stadio, l’Allianz Stadium per l’appunto. Qui il dubbio non c’è. Le cose andranno bene, la sponsorizzazione sarà un successo, le polizze si venderanno meglio di prima.
Fa pensare, sulla parità di condizioni nel fare impresa, che la sponsorizzazione a questo giro l’abbiamo pagata noi tutti (e magari è avanzato qualcosa anche per un pezzetto della Torre Allianz di Isozaki) compresa la Facile Ristrutturare con la polizza assicurativa, non goduta, dei suoi mezzi aziendali.
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